<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il paese è piccolo, il cuore è grande

Una campagna dell’Admo per invitare a farsi donatore di midollo osseo
Una campagna dell’Admo per invitare a farsi donatore di midollo osseo
Una campagna dell’Admo per invitare a farsi donatore di midollo osseo
Una campagna dell’Admo per invitare a farsi donatore di midollo osseo

Un piccolo paese di montagna dal grande cuore per le donazioni: con poco più di tremila abitanti, Bosco Chiesanuova non rinuncia al primato solidale di ben due donatori di midollo osseo nel giro di sette anni, entrambi iscritti alla locale sezione Fidas dei donatori di sangue. Nel 2012 era toccato a Enrico Brunelli essere chiamato perché la tipizzazione aveva individuato in lui un possibile donatore per un caso urgente di trapianto. Quest’anno è stata la volta di Matia Melotti, 34 anni, che dopo essersi iscritto alla sezione Fidas, era stato convinto dalla moglie Vanessa Pezzo a compiere un altro passo importante, iscrivendosi al Registro dei donatori di midollo osseo. Si tratta di una procedura semplice e veloce, che consiste in un normale prelievo di sangue, indispensabile per incrementare le probabilità di trovare il giusto midollo per chi ha una patologia ematologica (leucemie e linfomi soprattutto), pazienti per i quali il trapianto di cellule staminali emopoietiche risulta l'unica cura possibile. Una compatibilità, quella tra donatore e malato, molto difficile da reperire: una su 100mila fra non consanguinei. Solo iscrivendosi al Registro mondiale si può arrivare alla possibilità di un abbinamento perfetto fra donatore e ricevente: per aderire basta avere tra i 18 e i 35 anni ed essere in buona salute (ulteriori informazioni sul sito www.admor.org). Molti non verranno chiamati mai, ma alcuni sì e la loro generosità può contribuire a salvare molte vite. «Auguro a tutti di poter provare la gioia che ho provato io donando il midollo», ha commentato semplicemente Matia Melotti, per il quale l’esperienza rimarrà impressa nella memoria per tutta la vita, la sua e quello del malato di leucemia che ha potuto beneficiare del suo dono anonimo e gratuito. «IL GIORNO della donazione di Matia sono andato con la presidente provinciale di Fidas Verona Chiara Donadelli al Centro trasfusionale di Borgo Roma per ringraziare Matia del suo atto di generosità», racconta il presidente della sezione di Bosco, Claudio Zanini. «Siamo stati colpiti dalla felicità che traspariva dal suo sguardo, consapevole di aver fatto qualcosa di buono. Ci auguriamo che sempre più giovani si avvicinino al dono del sangue e si candidino per donare le cellule staminali, piccoli-grandi gesti che cambiano la vita». «SPESSO LA SOPRAVVIVENZA dipende da un semplice gesto capace di cambiare i destini: è difficile rendersi conto di come una buona azione compiuta non sia caduta nel vuoto, ma abbia potuto germogliare e addirittura fiorire. A noi due è successo», aggiunge Brunelli. I familiari e il gruppo di donatori di sangue Fidas di Bosco Chiesanuova, che conta 175 iscritti, hanno festeggiato insieme la donazione di Matia. Nella sezione sono state 365, ben una all’anno, le donazioni di sangue registrate nel 2018 e si punta ad incrementare il numero quest’anno: Bruna Tagliapietra, che è la suocera di Matia Melotti, è anche la donatrice, ancora attiva, più prolifica a livello provinciale, con il suo record di ben 150 donazioni. •

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti