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Il calciatore Candreva paga la mensa alla bimba

I  genitori in attesa dei bambini davanti alle scuole elementari di Minerbe   DIENNEFOTO
I genitori in attesa dei bambini davanti alle scuole elementari di Minerbe DIENNEFOTO
I  genitori in attesa dei bambini davanti alle scuole elementari di Minerbe   DIENNEFOTO
I genitori in attesa dei bambini davanti alle scuole elementari di Minerbe DIENNEFOTO

Uno dei primi ad offrirsi di pagare la retta per la mensa dell’alunna è stato il giocatore dell’Inter, Antonio Candreva. L’esterno d’attacco della squadra di Spalletti è rimasto colpito della vicenda della bimba, discriminata nella mensa della scuola una volta letta sul giornale. E si è offerto di pagare la retta per la mensa che i genitori, purtroppo, non hanno potuto sostenere. Candreva ha attivato ieri pomeriggio l’ufficio stampa dell’Inter perchè trovasse i contatti con la dirigenza della scuola o lo stesso sindaco Andrea Girardi di Minerbe. Voleva risolvere la questione a tutti i costi. E il contatto è avvenuto ieri pomeriggio. Candreva ha telefonato al primo cittadino. «Sì», conferma l’esponente della Lega, «ci siamo sentiti e si è offerto di pagare la retta della bambina, coprendo la spesa per l’intero anno». Il cuore del giocatore nerazzurro, però, ha battuto ancora più forte per chi tra i piccoli a Minerbe è in difficoltà a pagare la mensa a scuola: «Candreva mi ha chiesto anche» rivela ancora Girardi, «se ci sono altri bimbi in difficoltà in quella scuola e si è reso disponibile a pagare anche la loro retta». I dettagli delle operazioni (bonifici e quant’altro), però, verranno stabiliti solo oggi. «Gli ho detto che non sapevo bene la situazione e l’entità della somma da sborsare. Ne parlerò domani (oggi per chi legge ndr) con la dirigente scolastica che poi parlerà direttamente con il giocatore, dandogli tutte le informazioni necessarie per il pagamento delle rette». Il sindaco ha avuto un’impressione estremamente positiva del giocatore dell’Inter: «Era molto preoccupato per la situazione venutasi a creare nella scuola elementare Zanella. È una persona umile. Ha fatto molte domande, si è molto interessato sulla presenza di bimbi indigenti e ha espresso tutto il suo dispiacere per ciò che è avvenuto». Dopo l’allenamento di ieri mattina, Candreva era in viaggio verso Roma per il giorno di riposo concesso ai giocatori dell’Inter quando ha letto la notizia della bimba discriminata nell’istituto della Bassa. È rimasto molto colpito di questa situazione anche alla luce del fatto che anche lui ha due figli piccoli. Si così è immedesimato nella situazione di quei genitori, impossibilitati a garantire ai figli il minimo indispensabile per il loro mantenimento. È nata così la sua volontà di prendere subito contatto con scuola e sindaco per sistemare la situazione che così tanto clamore ha destato a livello nazionale. Il gesto di Candreva è stato solo uno dei tanti verificatisi ieri nella gara di solidarietà, sviluppatasi in tutta Italia a sostegno della piccola bambina costretta a mangiare tonno e cracker perchè i suoi genitori non potevano pagare la retta. La notizia di quanto accaduto a Minerbe a fine marzo ha smosso i cuori e la bontà d’animo di tantissime persone pronte ad aiutare la famiglia straniera indigente. In realtà, l’amministrazione comunale di Minerbe, ha fatto sapere la dirigente scolastica Monica Di Marcello, è già intervenuta per sistemare la questione con un contributo economico. Firenze, Roma, Napoli, Milano, sono solo alcune delle città da cui la gente ha chiamato il nostro giornale o inviato una mail. Sulla vicenda, a difesa dell’operato della maggioranza, ha deciso di intervenire anche il circolo della Lega nord di Minerbe attaccando i detrattori. «Hanno marchiato Minerbe come un’amministrazione insensibile ma la questione non è così», recita la nota. «Nessuno è mai rimasto senza cibo e lasciato solo», prosegue la sezione del Carroccio minerbese, «la famiglia in questione è seguita dai servizi sociali, ha avuto svariate possibilità di partecipare a progetti di inserimento lavorativo e ha ricevuto contributi senza però avere nessuna voglia di integrarsi». A tal proposito, il Pd aveva già replicato due giorni fa che questa eventuale «colpa» dei genitori, non deve certo ricadere sulla piccola. Sulla questione, ieri è arrivata anche la dura replica dell’onorevole del Pd Alessia Rotta. «La Lega ancora una volta, mostra il suo volto disumano. Non ammette di essere in grado di predisporre per i più fragili serie politiche di welfare, così umilia i bambini». Per Marta Viotto, segretario regionale Cgil scuola, «ci sono diritti universali come quello dell’infanzia che non possono essere offesi per ragioni di bilancio, per i bambini che frequentano la mensa, consumare lo stesso pasto è un diritto, spetta agli adulti il dovere etico di evitare che il disagio sociale, già vissuto in famiglia, venga replicato anche nella scuola». •

G.CH. E F.S.

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