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«Il bacino Verona Sud ruota su Legnago»

Uno contro tutti al bacino dei rifiuti Verona Sud, dove c’è chi mette in dubbio la legittimità della gestione dell’ ente. Stiamo parlando di una realtà formata da 39 Comuni, che ha il compito di organizzare e controllare i servizi di gestione dei rifiuti, e delle perplessità che ha esternato, nel corso dell’ultima assemblea dei sindaci, il vicesindaco di Sanguinetto Valentino Rossignoli Nato nel 2015, in seguito alla revisione imposta dalla Regione del settore, e formato da quasi tutti i paesi posti al di sotto dell’autostrada A4, il bacino ha fra i suoi obiettivi anche quello di arrivare ad avere un unico gestore. Obiettivo che significherebbe, anche, l’unione fra le varie società partecipate dai Comuni attualmente operanti sul territorio e che, comunque, deve essere realizzato tenendo conto delle scadenze dei contratti attualmente in corso. «È evidente che si tratta di operazioni complesse, le quali, per poter essere realizzate in maniera corretta, necessitano della conduzione di una dirigenza competente e impiegata a tempo pieno», spiega Rossignoli. Il quale è stato l’unico dei presenti all’assemblea a votare contro la proposta di prolungare sino alla fine dell’anno l’incarico di direttore al segretario comunale di Legnago Alessandro Ballarin. «Non l’ho certo fatto per il nome del direttore, che stimo moltissimo come segretario comunale, ma per il metodo che si sta portando avanti», spiega Rossignoli. «Il bacino è come una macchina di Formula 1, che ha bisogno di un pilota di alto livello per essere guidata: non si può ricorrere a un direttore a tempo parziale, che non ha avuto esperienze simili nel campo della gestione dei rifiuti». Secondo Rossignoli, l’assunzione in seguito a bando di un direttore avrebbe un costo che non graverebbe troppo sul servizio ma permetterebbe di evitare errori e fare le cose per bene. Una tesi sulla quale certo non è d’accordo il presidente del bacino Claudio Marconi, che è anche vicesindaco di Legnago: «Tutti, tranne Rossignoli, sono stati d’accordo sull’opportunità di non aggiungere ulteriori costi per gli utenti, visto che già ci sono dei direttori nelle tre società che gestiscono il servizio. Prevedere una spesa pari a 120mila euro ci sembrava davvero eccessivo, visto che si può andare avanti bene anche contenendo i costi grazie alla presenza di un direttore part-time. Secondo quanto spiega il presidente, si potrà quindi arrivare alla nomina di un direttore a tempo pieno quando si arriverà all’unione delle società. «Per ora puntiamo a risparmiare e a far risparmiare gli utenti, tanto che lo scorso anno abbiamo avuto un avanzo di amministrazione con il quale ora verrà ridotta la quota per cittadino», conclude Marconi. Rossignoli, però, parla anche di perplessità di altro genere. Non lo ha fatto in assemblea, ma in separata sede dice che lui, come qualche sindaco, ha il dubbio che ci sia quale possibile conflitto di interesse. «Legnago, che è proprietaria, tramite la Lese, della discarica di riferimento del bacino, nonché socio importante di una delle aziende di gestione, Sive, conta il presidente, il direttore generale e un ulteriore membro del direttorio tecnico a tre di cui quest’ultimo fa parte», dice. Insomma, il bacino sarebbe troppo Legnago-dipendente. Una questione, questa, in merito alla quale il presidente Marconi non si esprime, «perché nessuno ne ha parlato in assemblea». •

LU.Fi.

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