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I parà nella «zona rossa»

I paracadutisti della Folgore presidiano uno dei 10 varchi all’ingresso di Vo’ Euganeo
I paracadutisti della Folgore presidiano uno dei 10 varchi all’ingresso di Vo’ Euganeo
I paracadutisti della Folgore presidiano uno dei 10 varchi all’ingresso di Vo’ Euganeo
I paracadutisti della Folgore presidiano uno dei 10 varchi all’ingresso di Vo’ Euganeo

I militari dell’Ottavo Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti Folgore, di stanza alla caserma «Donato Briscese» di Legnago, sono arrivati a Vo’ Euganeo: il piccolo Comune in provincia di Padova, uno dei tre focolai d’infezione da Coronavirus Covid -19 del Veneto, insieme a Mira e Venezia, e l’unico per il quale, al momento, il governo ha disposto l’isolamento. Dalle 7 di lunedì scorso a «blindare» il paese e i suoi 3.300 residenti, presidiando la metà dei punti di accesso al paese - vale a dire ben cinque varchi sui 10 individuati nei luoghi più difficili del cordone sanitario - sono entrati in servizio, su attivazione del Comando Truppe Terrestri del Nord Italia, con sede a Padova, due plotoni dell’Ottavo Reggimento, con il coinvolgimento di 85 militari. I parà hanno iniziato a garantire il loro supporto alle forze dell’ordine, stabilito e coordinato dalla Prefettura di Padova, sulla base dell’ordinanza emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri relativa alle «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19», entrata in vigore domenica 23 febbraio e valida per altri 14 giorni, «salvo diversa successiva disposizione». Agli uomini e alle donne dell’Ottavo, che sono stati scelti tra quelli già addestrati a dispositivi di questo tipo sul territorio italiano nell’ambito delle operazioni «Strade sicure», è stata affidata, come dicevamo, la parte più consistente dei controlli, con ben cinque varchi da presidiare. Altri due sbarramenti messi in atto nel paese sui Colli euganei, Comune di origine dei primi due contagiati, con 29 casi positivi (tra i quali il primo deceduto in Italia per Covid-19 nella serata di venerdì scorso ndr), si trovano sotto l’occhio vigile dei carabinieri, due sono controllati dalla polizia, ed uno dalla Guardia di Finanza. Il compito dei parà della Folgore, che a turno, sono presenti 24 ore sue 24 ai varchi loro affidati, è quello del controllo e dell’interdizione dell’area. In sostanza, i militari devono impedire accessi ed uscite, con l’unica eccezione di forze dell’ordine, medici, personale di assistenza pubblica e di servizi essenziali per la cittadinanza. «Tutte le autorizzazioni», ha ricordato lunedì mattina ai microfoni di Sky Tg24 il colonnello Gianluca Dello Monaco, comandante dell’Ottavo Reggimento, «devono essere concesse, di fatto, dalle autorità competenti per la sicurezza del territorio, quindi in primis dalla Prefettura. L’obbligo è di veicolarle o direttamente ad essa oppure attraverso il tramite del Centro operativo comunale». Al pari delle forze dell’ordine impegnate in loco, così come del personale di assistenza, ciascuno dei militari della Folgore in servizio a Vo’ Euganeo, nel rispetto delle indicazioni delle autorità e del ministero della Salute, sta utilizzando i cosiddetti «dispositivi di protezione individuale», ovvero mascherine ed altri accorgimenti di tipo sanitario. Finora, non solo non si sono registrati episodi di insofferenza da parte di automobilisti e popolazione controllati nelle varie postazioni. Ma, al contrario, i parà dell’Ottavo Reggimento stanno ricevendo la massima collaborazione al delicato compito loro affidato visto che i residenti di Vo’, oltre ad essersi pazientemente adattati alle misure restrittive, stanno dimostrando grande ammirazione e riconoscenza verso i militari impegnati in questa emergenza. •

Elisabetta Papa

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