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I futuri pozzi di Belfiore prima diga anti pfas

Il recente blitz di Greenpeace a Trissino davanti a Miteni
Il recente blitz di Greenpeace a Trissino davanti a Miteni
Il recente blitz di Greenpeace a Trissino davanti a Miteni
Il recente blitz di Greenpeace a Trissino davanti a Miteni

Entro dicembre 2020 saranno collaudate le condotte che porteranno acqua pulita nella zona contaminata da Pfas. Lo prevede il programma del commissario per l’emergenza Nicola Dell’Acqua. «Con questi interventi risolveremo il problema dell’ approvvigionamento con acqua pulita degli acquedotti, ma solo in condizioni normali», precisa Dell’Acqua illustrando il piano. Il commissario è stato nominato verso la fine dello scorso maggio, ovvero cinque anni dopo la scoperta che in 13 Comuni del Basso veronese, come in altre decine di paesi fra il Vicentino e il Padovano, la gente beveva acqua contenente sostanze perfluoro- alchiliche in misura rilevante. «Verrà garantita l’erogazione di acqua proveniente da fonti esterne all’area inquinata in misure che attualmente sono ordinarie e possono andare fra i 150 e i 550 litri al secondo», spiega Dell’ Acqua. «Se però dovesse aumentare il numero delle utenze allacciate alla rete pubblica, o in caso di consumi più elevati del normale, di acqua ne servirebbe di più, circa altri 100-150 litri al secondo; si tratta di un’esigenza che potrà essere soddisfatta solo con la realizzazione di ulteriori opere, che saranno avviate fra due o tre anni», aggiunge. Dell’Acqua precisa: «Nel frattempo verrà erogata acqua a Pfas zero», grazie a filtri che sono costati quasi due milioni di euro solo per costruirli e che di milioni ne costeranno svariati anche per la manutenzione. «Inoltre, ora si sta lavorando a ridurre la già bassa soglia minima sotto la quale non è possibile verificare la presenza degli inquinanti». La soluzione dell’emergenza, che tale è perché decretata dal Governo Gentiloni, si basa sull’utilizzo dei 56,8 milioni di euro impegnati per questo dallo stesso esecutivo. Una cifra inferiore rispetto a quella di 80 milioni prevista inizialmente. Il commissario ha previsto di mettere in funzione nuove condotte provenienti dal Veronese, dal Vicentino e dal Padovano. La prima ad essere realizzata sarà quella, dal costo di circa 21 milioni, che verrà realizzata da Acque Veronesi. L’azienda scaligera scaverà nuovi pozzi a Belfiore e da qui partiranno tubazioni che arriveranno alla centrale vicentina di Madonna di Lonigo, da cui dipendono gli acquedotti inquinati. I progetti definitivo ed esecutivo, così come gli espropri, dovrebbero realizzarsi entro la fine di quest’anno, in modo che i lavori possano partire ad aprile 2019, per arrivare al collaudo di pozzi e tubazioni fra giugno e agosto 2020. Non partiranno prima degli ultimi mesi del 2019, invece, la realizzazione di un pozzo a Recoaro, nel Vicentino, e di una condotta ad esso allacciata, che costeranno quasi 21 milioni di euro, e nel Padovano la posa di nuovi tubi da Ponso, che prenderanno acqua da Camazzole lungo il Brenta e costeranno 15 milioni. «Poi resteranno da realizzare il completamento della dorsale che arriva dal Brenta e il collegamento della condotta di Belfiore a Verona Est, ma non si tratterà più di lavori legati all’emergenza», precisa Dell’Acqua. Saranno comunque lavori che porteranno il costo complessivo degli interventi anti-Pfas a 120 milioni di euro e che, tolti i 56,8 stanziati a Roma e il milione e mezzo messo a disposizione per i progetti da Venezia, saranno coperti con le risorse delle società di gestione degli acquedotti. Risorse che sono legate alle bollette pagate dagli utenti, destinate quindi a risentirne. Intanto va detto che Miteni, l’azienda chimica di Trissino che secondo Arpav è la principale responsabile della contaminazione, ha sospeso il 30 per cento dell’attività per adempiere alle prescrizioni imposte dalla Provincia di Vicenza in seguito alla scoperta di alcune situazioni irregolari, avviando nel contempo le procedure per la cassa integrazione dei dipendenti, e che da domani una delegazione delle Mamme no Pfas sarà a Strasburgo, dove martedì il parlamento dell’Unione europea discuterà dei limiti di presenza delle sostanze inquinanti nell’acqua. •

Luca Fiorin

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