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«Ho la leucemia, iscrivetevi per donare»

Irene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari, tra loro il presidente dell’Avis di Castel d’Ario Giacomo Savi
Irene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari, tra loro il presidente dell’Avis di Castel d’Ario Giacomo Savi
Irene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari, tra loro il presidente dell’Avis di Castel d’Ario Giacomo Savi
Irene Marchiella con il marito Mauro Nuvolari, tra loro il presidente dell’Avis di Castel d’Ario Giacomo Savi

«Cerco un donatore di midollo osseo per salvarmi la vita». È l’appello che Irene Marchiella, 34 anni, di Gazzo Veronese, lancia dopo che le è stato diagnosticato un particolare tumore del sangue che si può appunto guarire solo con il trapianto del midollo. «Dallo scorso giugno ho scoperto di essere stata colpita da leucemia linfoblastica acuta ph+», racconta la giovane mamma. «Siccome fino a poco più di un mese fa ero residente con la famiglia a Castel d’Ario», spiega, «nel mantovano, la locale sezione Avis si è offerta di promuovere una campagna di sensibilizzazione per il mio problema e più in generale a sostegno dei trapianti». «Purtroppo solo pochissime persone donano il midollo», aggiunge Irene, «e per giunta la platea dei donatori potenziali si restringe tra i 18 ed i 35 anni di età». La signora Marchiella, impiegata come il marito Mauro Nuvolari, mamma di una bambina di cinque mesi, parla apertamente della sua grave malattia. «Ci siamo trasferiti a Gazzo per essere vicini ai miei genitori, io sono originaria di qui», premette. «Lo scorso 7 giugno, senza motivo, mi sono apparse sulle braccia e sulle gambe delle macchie scure come avessi preso dei colpi. Lì per lì non ci ho fatto caso», racconta Irene. «Alcuni giorni dopo un cucciolo di cane, giocherellando, mi ha colpito una gamba e improvvisamente mi sono apparse delle tumefazioni enormi, che mi hanno spaventata parecchio per cui sono subito corsa in ospedale per accertamenti». Alla giovane mamma, all’ospedale di Pieve di Coriano, dopo la analisi del sangue, è stata diagnosticata la leucemia linfoblatsica acuta ph+. «Il giorno dopo mi sono recata all’ospedale di Borgo Roma, a Verona, dove c’è un centro specializzato di ematologia all’avanguardia e dove tutt’ora sono seguita con una cura chemioterapica con pastiglie perché, per il tipo di leucemia che mi ha colpita, non posso essere sottoposta alle cure tradizionali. Non mi resta che attendere il trapianto». «In ematologia a Verona sono seguita dal dottor Massimiliano Bonifacio, che io definisco il mio angelo custode», aggiunge. «Mi sono rivolta all’Avis di Castel d’Ario che ha subito accolto la mia richiesta di aiuto, per lanciare un campagna di informazione sulla donazione di midollo e per trovare magari un donatore che possa ridarmi la vita, per me e per la mia bambina. Sì, la vita, perché il giorno in cui, spero al più presto, avrò il trapianto lo considererò il mio secondo compleanno». Irene parla del suo tumore quasi con distacco, senza far trasparire apprensioni o paure, «perché sono certa di vincere la mia battaglia. Il mio è un appello che lancio per sensibilizzare la gente al problema dei malati di leucemia, come nel mio caso. Infatti con il trapianto si dà la possibilità a queste persone sfortunate di ricominciare a vivere». Per aiutare Irene, l’Avis mantovana si è messa in moto. «Abbiamo lanciato questa campagna informativa», spiega il presidente Giacomo Savi, «che avrà un seguito il prossimo 14 settembre, quando con l’Abeo di Mantova organizzeremo un evento culturale dal titolo Abeo got talent, per continuare nella nostra iniziativa di sensibilizzazione su queste tematiche». Chi fosse interessato a saperne di più, può contattare l’Abeo di Mantova (0376. 201856), oppure l’ Admor di Verona al numero 045. 8309585, o ancora l’Avis sezione di Castel d’Ario al numero 392.2911828. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lino Fontana

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