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Gita in auto «fuorilegge», fermati dai vigili

La polizia locale dell’Adige Guà che ha fermato i cinque ragazzi
La polizia locale dell’Adige Guà che ha fermato i cinque ragazzi
La polizia locale dell’Adige Guà che ha fermato i cinque ragazzi
La polizia locale dell’Adige Guà che ha fermato i cinque ragazzi

Francesco Scuderi Prima sanzione, l’altra sera, da parte dei vigili dell’Adige Guà, che hanno intimato l’alt ad un’auto con a bordo cinque ragazzi. I giovani, tutti residenti a Cologna Veneta, quattro maggiorenni con un’età compresa tra i 25 e 18 anni e un minorenne, sono stati fermati dalla pattuglia che stava eseguendo il servizio pomeridiano in centro a Pressana. Erano quasi le 19 quando gli agenti erano in procinto di far rientro al comando dopo aver svolto controlli in merito al decreto ribattezzato «Io resto a casa» per combattere l’emergenza Coronavirus. Ad un tratto si sono imbattuti in una Fiat Punto, decisamente affollata. Quindi, intuendo che qualcosa non andava, l’hanno immediatamente fermata. I ragazzi, di fronte alla richiesta degli agenti di spiegare perché fossero in giro a quell’ora e dove stessero andando, hanno dato delle risposte che sono apparse immediatamente delle scuse. Prima hanno iniziato a dire che stavano portando a casa uno di loro, poi che andavano a fare la spesa in un supermercato. Motivazioni poco credibili, dato che risiedono a a Cologna dove è presente un ipermercato di grandi dimensioni mentre a Pressana ci sono solo botteghe di piccole dimensioni. Di fronte a quella che è apparsa ai vigili una vera e propria presa in giro, e constatato il loro comportamento superficiale, gli agenti che nella ventina controlli precedenti eseguiti quel pomeriggio non avevano emesso nessun tipo di provvedimento, hanno deciso di intervenire. Per tutti e cinque i giovani è così scattata, in base all’articolo 650 del codice di penale, la segnalazione alla Procura di Verona per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Toccherà ora al pubblico ministero di turno decidere se emette una sanzione di 206,51 euro per la gravità del reato minore o punire i ragazzi con la richiesta di carcere fino a tre mesi. «La gente ignora», spiega Graziano Lovato, comandante dei vigili dell’Adige Guà, «è che questo provvedimento cade nel penale, non si scherza con queste cose e, se proprio non è necessario, bisogna rimanere a casa». Tra le telefonate ricevute al comando in questi giorni c’è infatti chi si è dimostrato menefreghista rispetto al decreto del premier Conte. È il caso ad esempio di un cittadino che dopo aver telefonato per chiedere informazioni è sbottato affermando che «tanto anche se mi fanno la multa non pago», riferisce il comandante. E quando gli è stato detto che la violazione degli spostamenti previsti nel decreto ministeriale comporta oltre che un’ammenda persino il carcere, l’uomo ha replicato: «Me ne frego della prigione». •

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