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Gioco d’azzardo, «tregua» col Covid

Slot machine: è uno dei giochi  che crea più dipendenza nella Bassa
Slot machine: è uno dei giochi che crea più dipendenza nella Bassa
Slot machine: è uno dei giochi  che crea più dipendenza nella Bassa
Slot machine: è uno dei giochi che crea più dipendenza nella Bassa

La chiusura delle sale slot legata all'emergenza Covid frena le scommesse a Legnago e nella Bassa. Tuttavia, per psicologi ed educatori dell'Ulss 9 Scaligera si tratta solo di una «tregua» e per questo motivo non intendono abbassare la guardia. Nell'ultimo anno, infatti, in base al rendiconto dell'unità operativa Dipendenze, diretta dalla dottoressa Sabrina Migliozzi, i giocatori patologici residenti nei 25 Comuni del distretto 3 Pianura veronese, seguiti dai Servizi dipendenze (Serd) di Zevio e Legnago, sono scesi da 99 a 69. «Tale diminuzione delle prese in carico non deve trarre in inganno», avverte Migliozzi, in quanto è legata alla sospensione delle attività delle sale da gioco, imposta dalle normative anti Covid, che di fatto ha impedito a molti utenti di accedere a slot machine e videolottery». Ad ogni modo, sono stati ben 11 i nuovi utenti che, nel 2020, hanno chiesto di essere seguiti dai Serd della Bassa per curare la loro patologia. Sui 69 assistiti, gli uomini sono 60 mentre le donne sono appena nove. Le cifre perse da ogni scommettitore variano da poche centinaia di euro fino a debiti che, nel corso degli anni, sono lievitati superando i 100mila euro. «Occorre ricordare», sottolinea Giovanna Zanchi, educatrice professionale del Serd legnaghese, «che anche una spesa di 300 euro mensili, in presenza di uno stipendio di mille euro, incide fortemente sul bilancio di una famiglia». Laura Bertasini, psicologa collaboratrice dello stesso Serd, aggiunge: «La maggior parte degli assistiti è di origine italiana. Le fasce prevalenti sono quelle che vanno dai 30 ai 40 anni e dai 50 ai 60 anni. Inoltre abbiamo in cura dei ventenni e pure qualche ultra 70enne». Bertasini evidenzia: «Per innescare il gioco patologico servono alcuni fattori scatenanti e concomitanti, come una vincita iniziale, un evento critico quale un lutto o simili, oltre alla disponibilità capillare dei servizi di giochi e scommesse sul territorio». Per quel che concerne il grado di istruzione, la dottoressa Migliozzi puntualizza: «La maggioranza dei giocatori assistiti ha una scolarità medio-bassa». Nello specifico, 37 utenti dei due Serd della Bassa hanno la licenza media, mentre sono pressoché assenti i laureati. Per quel che riguarda la tipologia di lavoro, Zanchi rimarca: «La maggior parte di chi è affetto dal vizio del gioco d'azzardo è lavoratore dipendente o autonomo, che dedica molto tempo alla propria mansione, scaricando poi lo stress accumulato nelle scommesse, nelle quali trova appagamento». «Per i pensionati», continua l'educatrice, «la fase critica è rappresentata proprio dal momento in cui si ritirano dalla professione». Tra i pazienti seguiti nella Bassa, quindi, i lavoratori attivi sono 44, seguiti da 15 pensionati, mentre i restanti utenti sono disoccupati, lavoratori saltuari, e, in misura ridotta, studenti e casalinghe. La stragrande maggioranza dei casi seguiti, ossia 57, è legata a slot machine, videolottery ed altri giochi elettronici a premi, seguiti da cinque utenti che hanno problemi con SuperEnalotto, Win for life, 10 e lotto e concorsi simili. Infine sono minime le problematiche legate a scommesse sportive, bingo e programmi con vincite in denaro su internet. Nonostante le restrizioni legate all'emergenza sanitaria abbiano impedito diverse iniziative del progetto «Esci dai giochi», come gli incontri in presenza e le serate informative con la popolazione, l'Ulss 9 non ha lasciato nulla di intentato. «Da alcune settimane», sottolinea Migliozzi, «abbiamo attivato uno sportello telefonico per informazioni o richieste di aiuto, che si può contattare da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 13, ed il giovedì, dalle 16 alle 19, al numero 339. 29. 27.196». •

Fabio Tomelleri

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