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Giaretta: «Non ho mai visto una furia così»

Un tetto scoperchiatoQuel che resta dell’area sagre: la tensostruttura è andata distrutta   FOTOSERVIZIO DI DIENNEFOTO
Un tetto scoperchiatoQuel che resta dell’area sagre: la tensostruttura è andata distrutta FOTOSERVIZIO DI DIENNEFOTO
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Un tetto scoperchiatoQuel che resta dell’area sagre: la tensostruttura è andata distrutta FOTOSERVIZIO DI DIENNEFOTO

«Mazzantica è in ginocchio. Ci sono centinaia di migliaia di euro di danni. Chiederemo lo stato di calamità naturale alla Regione». Queste le prime parole ieri mattina del sindaco di Oppeano, Pierluigi Giaretta, che risiede proprio a Mazzantica, la frazione più piccola del comune, devastata dall’uragano che si è scatenato poco dopo la mezzanotte di ieri. La frazione si è risvegliata in ginocchio, colpita in tutta la sua lunghezza da raffiche di vento terribili, capaci di sollevare piante secolari, tetti di case e capannoni e persino il palco del centro sportivo, dove vengono organizzate le feste del paese. Dopo il vento è iniziata una grandinata secca, senza pioggia, con chicchi grossi come palline da ping pong. Quindi si è scatenato il nubifragio, pioggia mista a chicchi di ghiaccio, così fitti da impedire la visuale. «Mai vista a memoria d’uomo una cosa simile», conferma Giaretta, «sembrava nebbia, invece era l’acqua che scendeva. Non si riusciva nemmeno a mettere le macchine al riparo nelle rimesse perché i chicchi ti colpivano corpo e testa». Il palco, pesante quintali, montato da anni al centro sportivo comunale, è stato sollevato da terra dalla furia del vento e nel ricadere è finito in pezzi. Il tendone che serve a coprire frigoriferi, tavoli, sedie e panche, è volato via per decine di metri. La tensostruttura dove si tengono le sagre, montata su tubolari, ampia nove metri per sei, si è accartocciata su se stessa. Il tendone che copre il chiosco - grande quattro metri per tre e mezzo - è stato piegato ed è inutilizzabile. Un palo che sostiene la linea telefonica in via Aie è stato abbattuto dal vento e le telecomunicazioni si sono interrotte, così come sono andati fuori uso i sistemi telematici, compresi i social, durante il nubifragio e subito dopo. «Abbiamo cercato di rimettere dritto il palo della Telecom, ma è stato spezzato alla base e dovrà essere sostituito», spiega il sindaco. Nella notte d’inferno di Mazzantica, anche il platano secolare e censito al crocevia tra via Mazzantica e via Aie è stato danneggiato: due grossi rami sono caduti a terra, ma la pianta ha resistito. Una trentina gli alberi divelti in alcune proprietà private: i pini del viale della famiglia Tosato e altri sette pini marittimi di oltre 50 anni in un’altra corte, sono stati abbattuti dalla furia del vento. In via Piazza si sono inclinati alcuni olmi di 80 anni e molti rami si sono spezzati: ora dovranno essere messi in sicurezza per evitare che crollino. Diverse le recinzioni e i muretti andati distrutti, così com’è caduto l’antico frontale sulla facciata della chiesa parrocchiale, un fregio in cotto. Poco lontano dalla pieve, un abete alto una decina di metri è stato sradicato. Un portone con chiusura automatica è stato scardinato e il tetto di una casa parzialmente scoperchiato. «Gli abitanti mi hanno detto che dentro casa si sentivano delle botte incredibili: erano i coppi che si staccavano e volavano via», racconta Giaretta. Anche altre case e capannoni artigianali o per la logistica hanno subito danni con coppi e tavelle che si sono sollevati e spostati. La strada che attraversa la frazione ieri mattina era ricoperta di cocci e coppi. Danni ingenti alle coltivazioni. «Da località Boscoriondo al centro abitato, nelle piantagioni di tabacco ora si vedono solo piante a terra: stagione compromessa», afferma il sindaco Giaretta. Che conclude sgomento: «Nel giro di mezzora, la frazione di Mazzantica è stata devastata. Noi residenti, per la prima volta in vita, abbiamo avuto paura». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Zeno Martini

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