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Frazione divisa anche sul caro estinto

Villafontana, una frazione divisa anche sul caro estinto. Nel paese di oltre 1.500 abitanti ripartiti tra i Comuni di Bovolone, Oppeano e Isola della Scala, morire al di qua o al di là della strada provinciale 2, che attraversa da nord a sud la località, può comportare un aggravio di spesa per la sepoltura nel cimitero locale. La «Legnaghese destra» rappresenta infatti il confine tra il territorio bovolonese e quello oppeanese. Poiché il camposanto a servizio dell’intera comunità si trova in territorio di Bovolone, a 300 metri in linea d’aria dal confine, sia per gli oltre 700 residenti in territorio oppeanese che per il centinaio di abitanti della porzione isolana «l’ultimo viaggio» al camposanto di un loro caro comporta un aggravio di 50 euro, se si tratta di ceneri, e di 80 per una salma. Tutto ciò, a causa di una tassa prevista quando una persona muore in una località al di fuori del territorio municipale dove sorge il cimitero a cui è destinata. Tale imposta viene applicata d’ufficio dal municipio di Bovolone agli abitanti di Villafontana residenti nei territori delle due cittadine limitrofe, visto che il trasferimento del feretro nel piccolo camposanto di via della Pace rappresenta a tutti gli effetti l’ingresso di una salma da altro Comune. Questa distinzione viene effettuata nonostante da anni tra l’amministrazione bovolonese e le due confinanti sia in vigore una convenzione che garantisce a tutti gli abitanti della frazione, a prescindere dal Comune di appartenenza, di usufruire dell’area cimiteriale per le sepolture, che sono una quindicina all’anno. È pur vero che la mini-maggiorazione incide in maniera poco rilevante sul costo di un funerale, tanto che finora è sfuggita alla maggior parte di residenti oppeanesi e isolani che hanno dovuto seppellire un parente nel cimitero locale. Tuttavia, di recente, i familiari di una defunta, nata, vissuta e morta nella parte di paese ricadente sotto Oppeano, hanno fatto l’amara scoperta, che per loro sa di beffa. «Per noi», riferisce la sorella della deceduta, «è stato sconcertante scoprire dall’impresa di pompe funebri che dovevamo pagare 80 euro in più solo perché la nostra congiunta risiedeva nella parte oppeanese. È assurdo che i due Comuni non si mettano d’accordo su una questione così banale». E aggiunge: «La nostra famiglia vive in questo paese da oltre un secolo e non si è mai mossa da qui. Paradossalmente, per non versare il tributo, per i funerali si dovrebbe utilizzare il cimitero della vicina Mazzantica, che dista più di due chilometri. Lo troviamo un pretesto per far cassa, per questo protesteremo con il Comune di Bovolone». All’ufficio di polizia mortuaria del municipio bovolonese chiariscono: «Il corrispettivo chiesto per le salme sia in entrata che in uscita dal territorio comunale è previsto in tutti i municipi. È applicato anche ai defunti bovolonesi che muoiono all’ospedale di Legnago e vengono sepolti qui. Tra l’altro, il corrispettivo chiesto è molto più basso rispetto a quello di altri centri della provincia». Dal canto loro, i sindaci, all’oscuro dell’esistenza del mini-balzello, si impegnano a trovare una soluzione. «In questi giorni dovremo ridiscutere con Bovolone la nuova convenzione sui servizi rivolti alla frazione», rimarca Pier Luigi Giaretta, primo cittadino di Oppeano, «e certamente affronteremo questo tema specifico». «Troveremo la quadra su questo dettaglio tecnico», assicura Emilietto Mirandola, sindaco di Bovolone». •

Fabio Tomelleri

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