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Fermi i controlli sui Pfas «Riprendeteli subito»

Screening sulla presenza di Pfas nel sangue
Screening sulla presenza di Pfas nel sangue
Screening sulla presenza di Pfas nel sangue
Screening sulla presenza di Pfas nel sangue

«Si ricomincino a fare le analisi ai cittadini della zona rossa Pfas». Questa è la richiesta che sindaci e movimenti attivi nei 13 Comuni del veronese interessati dalla contaminazione (Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant'Anna, Cologna, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo, Terrazzo, Veronella e Zimella) rivolgono a gran voce all’Ulss 9. Un’istanza dovuta al fatto che qui, diversamente da quanto accade nelle altre aree interessate dall’inquinamento, le chiamate sono congelate da ben 15 mesi, cosa che causa pesanti ritardi sulla tabella di marcia stabilita dalla Regione per lo screening col quale si verifica la presenza di sostanze perfluoro-alchiliche nel sangue di buona parte dei residenti, oltre che di patologie teoricamente correlabili. Nel Veronese i controlli partirono in ritardo, rispetto ad altre aree contaminate del Vicentino e del Padovano, e si è rimasti fermi a circa due terzi della prima delle due analisi previste. «I comuni veronesi dell’area esposta alla contaminazione sembrano essere abitati da cittadini di serie B, visto che altrove lo screening è ripreso da tempo a pieno ritmo», dice senza usare mezzi termini Michela Zamboni, rappresentante legnaghese delle Mamme no Pfas. Piergiorgio Boscagin, presidente del circolo colognese di Legambiente Perla blu, parla di «situazione grave». «Anche noi siamo in piena zona rossa, eppure qui tutto è fermo, senza che se ne capisca il perché», aggiunge, precisando che invece lo screening dovrebbe invece essere ampliato. «Il Covid non deve farci dimenticare gli effetti dell’inquinamento da Pfas. Come sindaci ci faremo da portavoce delle istanze dei gruppi no Pfas presso l’Ulss», afferma Andrea Girardi, sindaco di Minerbe. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di Cologna Manuel Scalzotto, che è anche presidente della Provincia. «Abbiamo la massima attenzione verso questo tema. Lo screening è importante perché permetterà di capire cosa causa l’esposizione alle sostanze pefluoro-alchiliche e, comunque, la sua ripresa costituirebbe un’ulteriore conferma che stiamo uscendo dalla pandemia», dice. «Ho personalmente posto la questione della ripresa delle chiamate anche nell’ultima riunione del comitato dei sindaci dell’Ulss, perché sono convinto che sia necessario ripartire subito», dichiara Graziano Lorenzetti, sindaco di Legnago. Della vicenda, in effetti, si sta occupando anche Flavio Pasini, primo cittadino di Nogara e presidente della rappresentanza dei sindaci del Basso Veronese dell’Ulss9. «Sicuramente essere gli ultimi della classe non va bene: è arrivato il momento di mettersi in linea con gli altri, recuperando il tempo perduto, per la sicurezza di tutti i cittadini», rimarca Renato Greghi, sindaco di Pressana e presidente dell’Unione dei Comuni che comprende anche Roveredo, Veronella e Zimella. «I prelievi ematici riprenderanno non appena ci sarà personale disponibile, ora ancora impegnato nelle vaccinazioni Covid», fa sapere l’Ulss che per ora non fornisce alcuna data per il riavvio dei controlli. L’Ulss 9, comunque, nel proprio sito internet specifica che «sono ripresi i questionari con modalità telefonica per gli utenti il cui appuntamento era stato sospeso, a metà marzo 2020, e sono ricominciate le visite di secondo livello internistico ed endocrinologico, queste ultime in telemedicina». L’azienda, dopo aver fatto riferimento alle attività riservate a coloro che presentano alti valori di Pfas e patologie, assicura comunque che le persone saranno contattate telefonicamente dalla segreteria per un nuovo appuntamento.•.

Luca Fiorin

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