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Falsa invalida intasca oltre 270mila euro

L’auto della Guardia di Finanza di Legnago che ha smascherato la falsa invalida
L’auto della Guardia di Finanza di Legnago che ha smascherato la falsa invalida
L’auto della Guardia di Finanza di Legnago che ha smascherato la falsa invalida
L’auto della Guardia di Finanza di Legnago che ha smascherato la falsa invalida

Stefano Nicoli Sulla carta era invalida certificata al cento per cento. E aveva perciò la necessità di spostarsi in sedia a rotelle e di venire assistita 24 ore su 24. Tanto che, essendo non autosufficiente e inabile al lavoro, almeno formalmente, ogni mese percepiva, tra pensione di invalidità civile ed indennità di accompagnamento, la bellezza di quasi 1.800 euro. In realtà, una 45enne residente a Gazzo era perfettamente in grado di svolgere qualsiasi attività in piena autonomia, senza bisogno di badanti e di alcun ausilio. La donna si recava infatti a fare abitualmente la spesa con le proprie gambe e si spostava nel circondario per giri di shopping con le amiche in negozi e centri commerciali. Conduceva insomma una vita assolutamente normale. E, per farla compiuta, guidava anche la macchina, dopo che nel 2012 aveva superato le visite mediche per il rinnovo della patente con l’unica prescrizione dell’obbligo di portare le lenti a contatto quando si metteva al volante. A smascherare la falsa invalida ci hanno pensato, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Verona, i finanzieri della Compagnia di Legnago. I quali sono riusciti ad appurare, tramite appostamenti, videoriprese e verifiche tecniche, che la 45enne è del tutto indipendente. A carico della donna, che stando ai riscontri delle Fiamme Gialle avrebbe perciò percepito indebitamente nell’arco di 15 anni oltre 270mila euro, è scattata così una denuncia a piede libero per truffa aggravata e continuata ai danni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps). Con tutte le conseguenze, non solo economiche, che ne deriveranno: se verrà riconosciuta colpevole rischia infatti una condanna fino a cinque anni di reclusione oltre a dover risarcire gli enti truffati. L’operazione dei militari di stanza alla caserma «Gaetano Pizzighella» di Porto è scattata ancora la scorsa primavera nell’ambito di una sistematica attività volta ad individuare illeciti di natura economica finanziaria a tutela della spesa pubblica. Tutto ciò facendo leva su «fattori di rischio» incompatibili con un’invalidità totale. A cominciare, come nel caso in questione, dall’abilitazione a guidare e da uno stile di vita, rilevabile anche dai social network, impedito ad una persona in carrozzina se non con un’adeguata assistenza. Il sospetto di trovarsi di fronte ad un «furbetto», e quindi ad una possibile frode nel settore previdenziale a scapito delle fasce deboli della popolazione realmente bisognose di usufruire di risorse statali, ha indotto i finanziari a vederci chiaro. Sono iniziati così i controlli approfonditi che hanno consentito alle Fiamme Gialle di scoprire un comportamento fraudolento che rischia ora di costare salato alla 45enne di Gazzo. Quella che, allo stato dei fatti, è per i militari una falsa invalida, si era presentata a suo tempo davanti alle Commissioni sanitarie competenti in sedia a rotelle e dal 2005 era riuscita a farsi riconoscere l’invalidità civile al 100 per 100 con totale e permanente inabilità lavorativa. Pertanto, la donna riscuoteva puntualmente ogni mese pensione e indennità che le permettevano di vivere da sola senza la preoccupazione di timbrare il cartellino. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, la Guardia di Finanza ha chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro preventivo dei 270mila euro finora intascati dalla 45enne. Di pari passo è partita una segnalazione all’Inps finalizzata alla sospensione dell’assegno versato a quella che per 15 anni è stata considerata un’invalida totale. •

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