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Era caduto da una scala, muore un 59enne

Il Polo Confortini di Verona dove il pensionato di Pampuro era stato ricoverato dopo la cadutaGiovanni Martini
Il Polo Confortini di Verona dove il pensionato di Pampuro era stato ricoverato dopo la cadutaGiovanni Martini
Il Polo Confortini di Verona dove il pensionato di Pampuro era stato ricoverato dopo la cadutaGiovanni Martini
Il Polo Confortini di Verona dove il pensionato di Pampuro era stato ricoverato dopo la cadutaGiovanni Martini

L’infortunio in campagna è culminato nel dramma. Tragico epilogo per un 59enne di Pampuro, che lo scorso 15 gennaio era caduto da una scala mentre stava potando un albero e aveva battuto violentemente la testa su un tombino. Lunedì mattina, i medici del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento, a Verona, dove era stato trasportato il pensionato dopo l’incidente, hanno dichiarato infatti la morte cerebrale di Giovanni Martini, che dal momento del ricovero non aveva mai ripreso conoscenza. Dopo il distacco dei macchinari, che tenevano in vita artificialmente l’uomo, sono iniziate le operazioni di espianto di cuore, fegato, reni, polmoni e cornee. Organi che, nelle ore successive, sono stati impiantati a sette persone in lista di attesa per continuare a vivere. Nel pomeriggio di mercoledì scorso, Martini era uscito dalla sua abitazione di via Belgioioso, a Pampuro, per potare un albero situato ad una decina di metri da casa. Pochi minuti dopo essere salito sulla scala per tagliare uno dei rami più alti, il 59enne aveva perso l’equilibrio finendo in un fossato dove aveva sbattuto la testa su un manufatto di cemento, svenendo subito. Qualche ora dopo, verso le 17, una delle due figlie, Jessica, si era recata a casa dei genitori e aveva trovato la mamma allarmata perché il marito non aveva ancora fatto ritorno in casa. «Sono corsa in strada», riferisce la figlia, «e in lontananza ho visto la scala rovesciata. Subito ho capito che era successo qualcosa di brutto a mio papà. Quindi, mi sono precipitata nel fossato e l’ho visto immerso nell’acqua con la testa che sporgeva». «Papà», aggiunge Jessica, «era immobile ma respirava ancora. Ho chiesto perciò aiuto ai vicini che hanno subito allertato il 118. I soccorritori, arrivati con l’ambulanza e l’automedica e hanno cercato in tutti i modi di rianimarlo». Dopo mezz’ora di tentativi, Martini è stato trasportato al Polo Confortini di Borgo Trento dove i medici hanno confermato l’estrema gravità delle sue condizioni di salute, trasferendolo in Terapia intensiva. «È molto probabile», osserva la figlia, «che mio papà abbia avuto un malore che gli ha fatto perdere improvvisamente conoscenza facendolo precipitare nel fosso. Per noi è stato un colpo terribile anche perché papà non ha mai avuto alcun problema di salute. Abbiamo quindi deciso di donare i suoi organi per salvare la vita a tante persone in modo che una parte di lui possa continuare a vivere». L’ultimo saluto a Martini verrà dato domani pomeriggio, alle 15.30, nella chiesetta della frazione di Pampuro, dove il pensionato era stimato e benvoluto da tutti. La notizia del tragico incidente domestico e della successiva morte di Martini ha scosso le comunità di Pampuro, Bonferraro e Villimpenta, nel Mantovano, dove il 59enne era conosciuto per la sua attività di imprenditore agricolo. Martini lascia la moglie Monica e le figlie Jessica e Francesca. •

Riccardo Mirandola

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