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DOPO 42 ANNI

Emanuela ripone il fischietto. In pensione la prima vigilessa di Legnago

Emanuela Da Pozzo
Emanuela Da Pozzo
Emanuela Da Pozzo
Emanuela Da Pozzo

È stata la prima «quota rosa» ad entrare in uno dei comandi di polizia locale del Basso veronese, nonché una delle prime vigilesse a livello provinciale. Dopo 42 anni di onorata carriera l'assistente scelto Emanuela Da Pozzo ha «appeso» il fischietto al chiodo per godersi la meritata pensione.

 

Il concorso A fine luglio, la 62enne dipendente del comando di polizia locale del distretto «Basso Adige», operativo nei Comuni di Legnago, Castagnaro e Terrazzo, ha cessato il servizio che aveva letteralmente conquistato grazie a capacità e determinatezza nel lontano 1980. Originaria di Legnago, città in cui tuttora vive con la famiglia, Emanuela è cugina di un altro celebre Da Pozzo, il calciatore Mario detto «Caio», storico portiere di Inter, Napoli e Verona, attualmente residente a Varese. L'ormai ex vigilessa ricorda come fosse ieri il concorso con cui, nella primavera di 42 anni fa all'epoca della Giunta del sindaco comunista Giuseppe «Bepi» Masin, a soli 20 anni si aggiudicò il posto di vigile urbano nel comando che allora aveva sede in viale dei Caduti.

 

«Ero l'unica donna tra i 12 aspiranti ammessi alla selezione», ricorda Da Pozzo, «e al termine delle prove scritte e orali riuscii a classificarmi seconda, conquistando la divisa. Prima di accedere agli esami venivamo sottoposti ad una rigida visita medica, nella quale si verificava la prestanza fisica e l'altezza dei candidati, che non poteva essere inferiore al metro e 70 centimetri. Non ebbi problemi, visto che sono alta uno e 78». Nonostante il suo nuovo lavoro l'avesse costretta ad interrompere l'università a Scienze politiche, Da Pozzo va tuttora fiera della scelta fatta a quel tempo. «Mia mamma Maria Pia Mosconi, scomparsa l'anno scorso ad 86 anni», confessa l’ex assistente scelto, «era orgogliosa del mio incarico. Del resto lei stessa, in gioventù, era stata una delle prime operaie assunte alle officine Riello».

 

Gli esordi L'ex vigilessa ricorda l' «effetto novità» e le non poche difficoltà incontrate, dentro e fuori il comando, da una donna che vestiva in città per la prima volta i panni del vigile. «Fino ad allora», rammenta Da Pozzo, «quello dell'agente di polizia locale era un lavoro considerato prettamente maschile. Essendo la più giovane dei 14 vigili allora in forza al comando legnaghese venivo considerata da tutti come una "bambina". Nelle uscite i colleghi più anziani mi affiancavano e mi aiutavano volentieri a relazionarmi con i cittadini. Ma solo dopo 12 anni di servizio a piedi in centro, davanti alle scuole ed agli incroci, sono stata ritenuta idonea per uscire con la pattuglia per l'attività di pronto intervento e di infortunistica stradale». La presenza lungo le strade legnaghesi di un'agente donna non era passata inosservata nemmeno tra gli «addetti ai lavori». «Ricordo», confessa Da Pozzo, «che un pompiere mi faceva la corte. Non gradendo le sue attenzioni, visto che ero felicemente fidanzata, chiesi ad un superiore di scortarmi e di allontanarlo durante le mie uscite».

 

Multò sua madre L'ex assistente scelto, che nel 1989 si è sposata con Paolo Giarola, ex consigliere comunale da cui ha avuto la figlia Carlotta, oggi 31enne, ricorda l'irreprensibilità che il suo incarico le ha sempre richiesto. «Durante i primi servizi a piedi», sottolinea Da Pozzo, «fui costretta addirittura a multare mia mamma, perché aveva parcheggiato la sua 600 in divieto di sosta proprio per chiedermi cosa preferissi per pranzo. Quella volta non me la perdonò tanto facilmente e mi tenne il broncio per un bel po'. Tuttavia ero stata costretta ad agire così, visto che, lavorando per strada, ero sotto gli occhi di tutti e non potevo di certo fare sconti a nessuno». Della sua lunga carriera, terminata con diversi incarichi alla centrale operativa di via Matteotti, Da Pozzo ricorda i vari dirigenti. «Ho un bellissimo ricordo di Aldo Zanetti», conclude l'assistente scelto, «che diresse pure la polizia locale di Roma, così come di Gianni Paganin, ora a Venezia, e di Carlo Lodola». Ed ora è arrivato il momento di godersi i frutti di una lunga carriera contrassegnata da un primato di cui va fiera.

Fabio Tomelleri

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