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Discarica di Torretta, conclusa la bonifica

I laghetti ricavati nella parte vecchia appena bonificata della discarica di Torretta DIENNEFOTO
I laghetti ricavati nella parte vecchia appena bonificata della discarica di Torretta DIENNEFOTO
I laghetti ricavati nella parte vecchia appena bonificata della discarica di Torretta DIENNEFOTO
I laghetti ricavati nella parte vecchia appena bonificata della discarica di Torretta DIENNEFOTO

Fabio Tomelleri Bonifica conclusa alla discarica di Torretta di Legnago. L’ultima tonnellata di rifiuti presente nella parte vecchia del sito di stoccaggio della frazione è stata infatti rimossa dalla Lese. La società partecipata dal Comune e dalla Sit di Brendola (Vicenza) ha posto in questo modo la parola fine ad un progetto, quello della messa in sicurezza del primo tratto dell’impianto ricavato nell’ex alveo del fiume Tartaro, che si è protratto per più di otto anni. Ovvero da quando, nel novembre 2011, venne dato il primo colpo di pala per rimuovere gli scarti urbani su un’area di 77mila metri quadrati, realizzata nel 1982. La riqualificazione, pianificata fin dal 2009, ha avuto lo scopo di scongiurare infiltrazioni di sostanze nocive nel terreno e, di conseguenza, nelle falde acquifere, con possibili danni all’ambiente e alla salute pubblica. Il bilancio finale dell’asportazione dei rifiuti dalla parte vecchia della discarica, fornito dal sindaco Graziano Lorenzetti e dal presidente di Lese Pietro Zanetti al termine dell’operazione, è stato di 700mila tonnellate di materiale rimosso, il quale occupava un volume di 630mila metri cubi. Tutte queste immondizie, costituite soprattutto da immondizie urbane conferite nei decenni scorsi nella frazione legnaghese, sono state trasferite nei nuovi lotti attualmente in uso da parte di Lese, tutti dotati degli accorgimenti necessari, dall’impermeabilizzazione del sottofondo al sistema di raccolta del percolato, volti ad evitare contaminazioni con l’ecosistema. «Tecnicamente», ha puntualizzato ieri l’ingegner Zanetti, presentando l’intervento, «quella che abbiamo portato a termine non è una bonifica, bensì una messa in sicurezza. La prima parte della discarica realizzata negli anni ‘80 era infatti perfettamente in regola con le norme dell’epoca. Tuttavia, allora, non vi erano le tecniche di smaltimento ed i parametri a cui viene sottoposto oggi il materiale prodotto dalla raccolta dei rifiuti». «Attraverso la messa in sicurezza di questi ingenti quantitativi di scarti», ha proseguito il presidente, «è stata data risposta, con grande senso di responsabilità, alle aspettative sulla sicurezza ambientale avanzati dai residenti delle zone limitrofe alla discarica». «Per quel che concerne l’aspetto economico», ha rimarcato il sindaco, «l’intera operazione è stata finanziata dagli stessi cittadini, di anno in anno, attraverso la tariffa chiesta ai Comuni per il conferimento dei rifiuti della differenziata nell’impianto». Il primo cittadino ha aggiunto: «Ad ogni modo i flussi di scarti rimossi dall’ala vecchia e smaltiti in quella nuova sono stati regolati annualmente in base alla copertura garantita dai corrispettivi per lo smaltimento». Al posto dei cumuli di rifiuti all’interno del vecchio alveo del Tartaro, la Lese ha realizzato dei laghetti, restituendo quindi ad un tratto di un chilometro un tempo occupato dal fiume un aspetto il più possibile simile a quello originale. «Anche la fauna ha ripreso possesso del suo ambiente naturale», ha riferito Zanetti, «visto che sulle sponde sono presenti uccelli di passo e anitre, mentre negli specchi d’acqua sono comparsi i primi pesci». Il presidente di Lese ha pure riferito un particolare curioso. «Nonostante siano trascorsi quasi 40 anni dal loro deposito, i rifiuti urbani che erano stati stoccati nel primo tratto in alveo dell’impianto, al momento della rimozione, si sono presentati nelle stesse condizioni di quando erano stati conferiti negli anni Ottanta. Questo per effetto della mancanza d’ossigeno all’interno dei cumuli, che ha impedito al materiale di deteriorarsi nel tempo». •

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