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Ditte specializzate dovranno scavare più in profondità

Crisi idrica e pozzi prosciugati, a Nogara e Gazzo famiglie costrette ad andare più a fondo

Macchinario attinge l’acqua da un pozzo nelle campagne di Nogara (Diennefoto)
Macchinario attinge l’acqua da un pozzo nelle campagne di Nogara (Diennefoto)
Macchinario attinge l’acqua da un pozzo nelle campagne di Nogara (Diennefoto)
Macchinario attinge l’acqua da un pozzo nelle campagne di Nogara (Diennefoto)

La crisi idrica inizia a farsi sentire anche in quei Comuni del Veronese tradizionalmente più ricchi di acqua. È il caso di Nogara e Gazzo dove l'acquedotto serve solamente una minima parte della popolazione. Da qualche giorno, infatti, sono decine i residenti che hanno riscontrato un calo notevole della portata dell'acqua che esce dai rubinetti o addirittura il prosciugamento del proprio pozzo privato. Si tratta in tutti i casi di impianti realizzati più di 40 anni fa quando bastava scavare un paio di metri nel sottosuolo per vedere sgorgare acqua in abbondanza. A quei tempi i tecnici consigliavano di collocare i pozzi ad una profondità variabile tra i 30 e i 40 metri garantendo un getto costante e la potabilità. Una costante, questa, che nel tempo è poivenuta meno.

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I problemi Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, la scoperta dell'arsenico, presente in concentrazioni elevate in molte falde, ha reso non utilizzabile a scopo alimentare l'acqua di moltissimi residenti dei due paesi. Poi, nelle ultime settimane, si è aggiunto anche l'abbassamento delle falde, tanto da costringere alcune famiglie a rivolgersi al proprio idraulico di fiducia o a una ditta che costruisce pozzi per risolvere il problema della fornitura in grado di soddisfare il loro fabbisogno. In alcuni casi è bastato solamente un intervento minimo per aumentare la portata del pozzo mentre in altri si è dovuto provvedere in maniera più invasiva e costosa. Ossia molti residenti sono stati costretti a scendere maggiormente in profondità con le tubature per intercettare falde ancora ricche e potabili. Un’operazione necessaria per ritornare ad una portata identica a quella di un mese fa.

Spese extra L’emergenza in atto si è tradotta così in un ingente esborso economico, che varia da un minimo di duemila euro ad un massimo di tremila euro per il rifacimento completo del pozzo con l'inserimento di una pompa sommersa che garantisce un’adeguata portata dell'acqua adeguandosi anche agli sbalzi di livello della falda. Il problema dei pozzi in affanno è particolarmente accentuato nella zona tra Nogara e Gazzo perché in questi due Comuni non è presente un acquedotto in grado di servire tutte le abitazioni, limitando perciò l’esigenza di attingere privatamente dal sottosuolo. A Nogara, la rete idrica è presente da qualche anno solo negli edifici pubblici e in qualche quartiere del centro abitato mentre il resto del territorio è totalmente sprovvisto di acquedotto.

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I pozzi artesiani La stima approssimativa del numero di pozzi per attingere acqua ad uso domestico è di circa tremila a Nogara e all’incirca di altri 1.800 a Gazzo, dove invece l'acquedotto è del tutto assente ed è atteso da decenni. «Finora non ho riscontrato situazioni particolari», spiega Flavio Pasini, sindaco di Nogara, «sicuramente chi ha avuto problemi ha un pozzo poco profondo e datato. Il nostro sottosuolo è ricchissimo di acqua e basta avere degli impianti adeguati per garantire tutte le necessità delle famiglie». Dello stesso parere anche il suo collega di Gazzo, Stefano Negrini, che per il momento non ha ricevuto richieste di intervento da parte dei propri concittadini. In effetti, secondo gli esperti, il comprensorio tra Nogara e Gazzo annovera nel sottosuolo un enorme bacino idrico accumulatosi nel corso dei millenni quando la zona era praticamente un’immensa distesa di paludi ed era ricchissima di fiumi.

Le precauzioni In attesa di un cambio delle condizioni meteorologiche, intanto, gran parte dei proprietari di pozzi ad uso domestico stanno adottando misure per evitare lo spreco della sempre più preziosa acqua, limitando al minimo l'irrigazione dei giardini mentre nelle case si cerca di usarla lo stretto necessario. Sul fronte invece dell'approvvigionamento per irrigare i campi, arsi dal sole e da mesi senza piogge abbondanti, sembrano non esserci eccessivi problemi nonostante l'abbassamento della portata dei fiumi Tartaro, Tregnon e Tartarello. Gli agricoltori riescono a garantire alle colture l'acqua necessaria grazie anche a tecniche innovative come gli impianti goccia a goccia applicati da qualche anno anche per irrigare il mais.

Riccardo Mirandola

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