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Cresima rinviata, saltano i banchetti

Daniele Bellinazzo dell’omonima trattoria di Carpi
Daniele Bellinazzo dell’omonima trattoria di Carpi
Daniele Bellinazzo dell’omonima trattoria di Carpi
Daniele Bellinazzo dell’omonima trattoria di Carpi

L’emergenza Coronavirus ferma le Cresime a Villa Bartolomea. E a subirne le conseguenze non sono solo i 34 cresimandi che da tempo, nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo del capoluogo, si stavano preparando alla celebrazione, in programma domenica prossima alle 10.30, come recitano ancora i diversi avvisi affissi in chiesa o inseriti online. Ma anche i ristoranti, le trattorie, gli agriturismi e le diverse strutture ricettive della zona sulle quali ora si sono abbattute decine e decine di disdette, in qualche caso anche con perdite di diverse centinaia di euro, legate proprio al mancato evento religioso. Come si sa, infatti, in base all’attuazione dell’ordinanza del ministero della Salute relative alle misure di contenimento e di gestione dell’emergenza Covid-19, portata avanti in accordo con la Prefettura di Verona, la Diocesi di Verona, attraverso il vicario generale, monsignor Roberto Campostrini, ha reso note tutte le disposizioni in merito, tra le quali rientra appunto la sospensione fino a domenica prossima di tutte le celebrazioni liturgiche, comprese quelle dei sacramenti, quali Battesimi, Cresime e prime confessioni. Tra queste, quella che coinvolge il numero più alto di persone tra parenti e amici, alcuni dei quali in arrivo anche da fuori provincia e regione, è proprio la Cresima nella parrocchia del capoluogo, l’unica del Basso veronese fissata per domenica 1 marzo. «Certo un po’ di disagio c’è», sottolinea il parroco don Alessio Lucchini, «ma come ho comunicato ai genitori dei cresimandi si tratta di una situazione di emergenza per la quale ciascuno di noi è tenuto a fare la sua parte, soprattutto per senso civico. Al momento, non sappiamo ancora quali direttive avremo, come ci organizzeremo e tanto meno in quale data si potrà dar luogo alla cerimonia annullata». Chi invece sa già bene cosa aspettarsi sono i ristoratori della zona. A partire da Daniele Bellinazzo, titolare dell’Antica Trattoria Bellinazzo nella frazione di Carpi, che si è ritrovato dall’oggi al domani con ben 90 disdette, tutte legate ai festeggiamenti per la Cresima. «L’unica certezza», confida il ristoratore, «è che abbiamo già messo in conto che queste prenotazioni non le recupereremo più. Non solo. Ora, anche se qualche ordine siamo riusciti a bloccarlo in tempo, ci ritroviamo con forniture eccessive che rischiamo vadano sprecate». Ma è soprattutto la situazione generale ad essere complessa. «I fornitori», rimarca Bellinazzo, «ci raccontano di essere ormai in ginocchio perché ristoranti e pizzerie si sono fermati negli acquisti. E loro pur di vendere abbassano i prezzi del 50 per cento. Ma se nei locali la gente non ci va a cosa serve? Non ci resta che sperare che questa emergenza finisca presto o che per lo meno tutti cerchino di stare più sereni nell’affrontarla». Non va meglio nemmeno negli altri locali, in gran parte già prenotati da tempo proprio dalla famiglie dei cresimandi. Il ristorante «Km Zero Steakhouse», nel capoluogo, conta 50 disdette sempre a causa della sospensione della cerimonia. «Non si sa se e come recupereremo», osserva Francesco Buscaino, figlio della titolare Giuseppa Quartararo, «mi auguro solo che finisca tutto al più presto perché non ci sono solo le famiglie dei cresimandi a disdire. La gente ha paura. Abbiamo perdite da diversi giorni». Il clima di sconforto regna sovrano anche a San Zeno in Valle, all’agriturismo «La Greppia», dove il proprietario Leopoldo Sordo rivela di aver perso «per la Cresima 20 prenotazioni, che ormai consideriamo perse». «Ma è la situazione generale», aggiunge sconsolato, «ad essere pessima. Le cancellazioni si moltiplicano col passare dei giorni tanto che domenica prossima per noi sarà quasi una giornata di chiusura». Così come a «Corte Oliani» dove Umberto Oliani conta «30 disdette e nessun altro arrivo». Leggermente controcorrente è invece l’«Alba Nova», di via Brancaglia, locale che, solo grazie a clienti della zona, riuscirà a coprire, seppur in piccola parte, i 40 posti persi dei cresimandi. Cresima a parte, a fare i conti con una trentina di prenotazioni perse in pochissimi giorni è la «Tenuta la Pila» di Spinimbecco, mentre al «B&B Paraiso Madera» di Carpi c’è chi, da fuori territorio, ha addirittura disdetto telefonicamente il posto letto perché considera la zona «troppo vicina ai focolai del Covid-19». •

Elisabetta Papa

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