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«Covid, rischiamo il contagio sui bus»

Passeggera con mascherina a bordo di un bus dell’Atv
Passeggera con mascherina a bordo di un bus dell’Atv
Passeggera con mascherina a bordo di un bus dell’Atv
Passeggera con mascherina a bordo di un bus dell’Atv

In viaggio con la paura di essere contagiati. Protestano i pendolari della linea Legnago-Angiari-Verona dell'Atv. Sono parecchi infatti i passeggeri che, ogni giorno, sui mezzi pubblici non indossano la mascherina, mostrando noncuranza verso la possibilità di trasmettere a chi sta loro vicino il Coronavirus. Tutto ciò nonostante i dati diffusi dalle autorità sanitarie indichino come la pandemia sia tutt'altro che finita, raccomandando di continuare ad osservare le principali norme anti-Covid, a cominciare dal distanziamento sociale e dall'utilizzo di dispositivi di protezione individuale nei luoghi chiusi e, appunto, sui mezzi pubblici. Marina Ziviani, psicologa 36enne addetta alle risorse umane di una ditta scaligera, evidenzia: «Ogni mattina raggiungo Verona da Angiari, paese in cui risiedo, utilizzando la linea 141 che parte dal Legnago. Sulla corsa delle 7.33, ma anche su quelle di ritorno delle 17.29 e delle 18.45, sono diverse le persone che, una volta salite con addosso la mascherina, se la tolgono per tutto il viaggio senza che vi sia nessuno a controllare. Qualche passeggero addirittura è sprovvisto del tutto di tale protezione. Io, di volta in volta, richiamo chi non si rimette la mascherina, ma spesso le mie parole cadono nel vuoto. In qualche caso mi rispondono anche in malo modo». La professionista sottolinea: «Vi sono molti ragazzini che, una volta a bordo, vanno a sedersi sui sedili posteriori, dove possono fare quello che vogliono senza che nessuno faccia verifiche sul rispetto delle norme contro il Coronavirus. Eppure gli autobus non hanno i finestrini che si possono aprire per arieggiare il mezzo». Tra chi non osserva le regole vi sono anche adulti, sia italiani che stranieri. «Una signora», sottolinea Ziviani, «dopo essersi seduta al suo posto si è tolta la mascherina dicendo che non ce la faceva più a tenerla addosso. Questo nonostante le mie rimostranze». Ziviani parla a ragion veduta: «Proprio in questi giorni un mio conoscente si è ritrovato in quarantena perché, tornando in pullman dalle vacanze passate in Croazia, uno dei passeggeri del mezzo è risultato positivo al Coronavirus». La psicologa di volta in volta ha segnalato le anomalie al servizio utenti dell'Atv, la società che si occupa del servizio extraurbano. L'azienda, dopo aver visionato gli esposti, ha puntualmente risposto a Ziviani, invitandola, tra l'altro, a riferire tempestivamente all'autista di turno eventuali situazioni di emergenza che dovessero verificarsi a bordo dell'autobus. «Tuttavia», puntualizza Ziviani, «è ovvio che il conducente non può fare anche da controllore. Così come verificare se una persona che sale a bordo ha acquistato il biglietto oppure no. A causa del fatto che con il Covid 19 non si vendono più i ticket in vettura sono difatti numerosi gli utenti, soprattutto stranieri, che salgono sistematicamente senza aver pagato». Sulla questione di evitare i contagi a bordo, Ziviani annota: «Per ovviare al problema l'Atv deve incrementare i controlli inserendo del proprio personale addetto alle verifiche». Dal canto suo l'Atv replica: «Le osservazioni della passeggera sono condivisibili. Come Atv i controlli a bordo dei mezzi vengono costantemente effettuati, tuttavia l'elevato numero di corse e l'ampia rete stradale coperta dal servizio impediscono al nostro personale di essere presente ovunque». Atv aggiunge: «Occorre ricordare che la nostra azienda si attiene strettamente ai dettami dei vari decreti statali e alle disposizioni regionali anti Covid che prescrivono per i bus il solo obbligo di verificare che i passeggeri, al momento di salire a bordo, abbiano indossato la mascherina». •

Fabio Tomelleri

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