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L'odissea di Joussef

«Costretto a dormire in auto davanti a casa»

Ex muratore dorme in macchina Il pensionato 67enne davanti a casa con la sua Fiat Panda DIENNEFOTO
Ex muratore dorme in macchina Il pensionato 67enne davanti a casa con la sua Fiat Panda DIENNEFOTO
Ex muratore dorme in macchina Il pensionato 67enne davanti a casa con la sua Fiat Panda DIENNEFOTO
Ex muratore dorme in macchina Il pensionato 67enne davanti a casa con la sua Fiat Panda DIENNEFOTO

Ormai da diversi mesi dorme in macchina, come un senzatetto, davanti alla casa di sua proprietà. È la situazione paradossale nella quale si è venuto a trovare Joussef Naser, 67enne di origine egiziana arrivato in Italia nel 1979, a 23 anni, e da metà degli anni Ottanta cittadino italiano. All'epoca faceva il muratore, poi ha lavorato nella logistica, facendo il padroncino con il suo camion. Ora è pensionato con un’invalidità civile causata da una malattia cronica: è insulinodipendente a causa del diabete.

L’odissea. E lo stesso Youssef a raccontare la sua vicenda: «Negli anni sono riuscito a comperare con un mutuo e tanti sacrifici una casa in via Novarina, a Bovolone, dove vivevo con la mia ex moglie e i nostri figli. Poi le cose in famiglia non sono andate bene e ci siamo separati. Ma prima del divorzio avevo dato la mia firma di garanzia per un debito di 21mila euro che la mia ex moglie aveva contratto con una banca». «Sulla casa che stavo ancora finendo di pagare», prosegue, «venne registrata nel 2015 un’ipoteca giudiziale. In seguito all'inadempimento della mia ex moglie, la banca ha promosso un'esecuzione immobiliare nei miei confronti, che prevedeva l'affidamento in custodia dell'immobile.

Il debito. «La banca», aggiunge l’ex muratore, «mi ha chiamato a saldare il debito della mia ex, cosa che sto facendo con la mia pensione. Prima, però, ho dovuto finire di pagare le rate del mutuo e poi ho cominciato a restituire i soldi del prestito che avevo garantito. La prima rata l'ho pagata il 28 ottobre 2021 sulla base di un accordo siglato con l’istituto di credito in questione e da allora ogni mese verso quanto pattuito». Ma le disavventure per l’ex muratore non sono finite qui. «La mia casa», riferisce Naser, «è stata affidata, infatti, a un custode giudiziario nominato dal tribunale il 31 gennaio del 2021, il quale per prima cosa ha cambiato le serrature. Da allora non posso più entrarci e sono costretto a dormire nella mia Fiat Panda, che parcheggio di fronte alla villetta che ho ristrutturato con tante ore di lavoro. Una situazione assurda, che ha peggiorato il mio già precario stato di salute».

La vertenza. Il 26 novembre 2021, il custode, un avvocato nominato dal tribunale, ha provveduto ad un ordine di liberazione della casa alla presenza dei carabinieri. «Quel giorno», osserva il 67enne, «non ero presente. Nei mesi invernali ero tornato infatti in Egitto per ripararmi dal freddo e quando sono tornato, il primo maggio, ho trovato l’abitazione, situata in aperta campagna, completamente svaligiata, mi hanno rubato tutto quello che avevo. Non ho potuto far altro che denunciare il furto ai carabinieri». «Eppure», continua il signor Naser, «la legge italiana prevede la possibilità che il proprietario venga nominato custode della sua abitazione in casi simili al mio. Adesso mi sono rivolto ad un altro legale, l'avvocato Elena Zivelonghi di Verona, per ottenere la mia casa in custodia. Non capisco che senso abbia affidarla ad un custode dopo la firma di un accordo e l'inizio del pagamento rateizzato del debito fatto dalla mia ex moglie».

Il pensionato conclude: «Sono in Italia da oltre 30 anni e non ho mai creato problemi. Se a novembre mi avessero riconsegnato la casa avrei potuto occuparmene io e non l’avrei trovata svaligiata. Se la richiesta verrà accolta potrò finalmente tornare a vivere una vita normale, potrò ospitare la mia compagna e ricevere le visite dei miei figli. Sono convinto di aver subito un’ingiustizia», •.

Roberto Massagrande

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