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Dopo l'interrogatorio

Contestati quattro reati al cantante con materiale dell'Arma. Ma è stato scarcerato

Il cantante Luca Rossin durante un’esibizione
Il cantante Luca Rossin durante un’esibizione
Il cantante Luca Rossin durante un’esibizione
Il cantante Luca Rossin durante un’esibizione

Il giovane cantante Luca Rossin, arrestato venerdì nella sua abitazione di Marega, è comparso ieri mattina in tribunale a Verona per l’udienza di convalida.

Tuttavia, il talentuoso 21enne, che ha partecipato alle selezioni per Sanremo 2018 e ha all’attivo anche esibizioni allo show itinerante di Telearena e al Festival internazionale di Malta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. E, davanti al giudice Cristina Carrara, non ha perciò «cantato».

Dunque, rimane il mistero sul perchè il ragazzo, in base alle denunce e alle segnalazioni pervenute nelle scorse settimane alle forze dell’ordine, si fosse spacciato in diverse circostanze per presidente e comandante di un fantomatico Dipartimento di protezione civile. Ma, in primo luogo, resta circondato da molti punti interrogativi il possesso del materiale che i carabinieri di Minerbe hanno rinvenuto e sequestrato nella casa dove vive con i genitori durante la perquisizione disposta dal pm Alberto Sergi della Procura scaligera.

Gli uomini del maresciallo Simone Bazzani, che si è occupato dell’indagine coordinata dal capitano Lucio De Angelis, si sono infatti imbattuti in divise attualmente in dotazione all’Arma, che si acquistano solo esibendo regolare tesserino. In particolare, una giacca a vento, un berretto, una polo da ordine pubblico con alamari, placche e due lampeggianti calamitati blu. Ma non solo. Rossin deteneva anche una pistola a salve priva del tappo rosso di sicurezza, decine di documenti con simboli e autorizzazioni mai ricevute, timbri e indumenti che non poteva indossare nemmeno a Carnevale.

Un «equipaggiamento» che è costato al 21enne l’arresto e la contestazione, da parte del pm Sergi, di quattro reati: sostituzione di persona; contraffazione di sigilli e timbri destinati a pubblica autenticazione o certificazione; ricettazione; illecita detenzione di segni distintivi di corpi di polizia.

Al termine dell’udienza, il giudice ha rimesso in libertà il giovane sottoponendolo alla misura cautelare di presentazione giornaliera ai carabinieri in attesa del processo rinviato all’8 gennaio 2020. Nel frattempo, i militari proseguiranno le indagini per appurare se il 21enne sia coinvolto nelle truffe messe a segno negli ultimi mesi nella Bassa ai danni perlopiù di anziani, raggirati da un falso carabiniere con abbigliamento e distintivi in dotazione all’Arma. La vicenda sta intanto suscitando grande clamore nella frazione di Bevilacqua dove Rossin è apprezzato per il suo impegno nel volontariato e in iniziative ricreative per la comunità. Non è escluso che il ragazzo sia stato coinvolto da altre persone in qualcosa più grande di lui. E che qualcuno, come hanno ipotizzato i suoi genitori, sconvolti e increduli di fronte al suo arresto, «possa averlo condizionato approfittando della sua grande disponibilità e bontà d’animo». •

STE.NI.

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