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Confermato Mirandola
il Fare! centra il poker

Vinta la dura partita del ballottaggio, a Bovolone si apre per il sindaco riconfermato Emilietto Mirandola la non meno impegnativa fase della scelta degli assessori rispettando i nuovi assetti venutisi a creare in maggioranza. Nell’amministrazione siede una quota consistente, formata da quattro consiglieri, del Fare!, il movimento lanciato dal sindaco di Verona Flavio Tosi, che ha garantito il suo appoggio a Mirandola in più occasioni, partecipando di persona agli appuntamenti della campagna elettorale.

L'ex leghista Orfeo Pozzani, entrato nella squadra di Mirandola a metà dello scorso mandato, nonché sostenitore del Fare!, è stato infatti rieletto con altri tre consiglieri dello stesso orientamento: Vladimir Castellini, Mariateresa Burato ed Elena Corsini. Alla base c'è un accordo personale più che politico, per questo non è apparso il logo del movimento nella scheda elettorale salvo un richiamo al faro nel simbolo della civica uscita vittoriosa dalle urne. Pertanto, la ripartizione delle deleghe e la composizione della Giunta non potrà non tenere conto del contributo assicurato dai «giallini» di Tosi. Inoltre, ci sono da rispettare le quote rosa: almeno due dei cinque assessori dovranno essere donne. Insomma, Mirandola sarà sindaco ancora per cinque anni ma nulla sarà come prima. Il primo cittadino dovrà aspettare comunque la proclamazione ufficiale degli eletti, fissata per oggi alle 14,30, per procedere con i primi atti del nuovo mandato.

Il suo sfidante, il leghista Alessandro Minozzi, fermatosi al 42,64 per cento dei consensi, accetta con stile la sconfitta: «Ringrazio l'elettorato che ha risposto al voto, in democrazia esiste un vincitore e chi perde, noi abbiamo perso per poco. Auguro buon lavoro al sindaco e ci rivedremo in Consiglio. Da parte nostra c'è stato tutto l'impegno, ce la siamo giocata alla pari, alla fine i cittadini hanno deciso così. Adesso la maggioranza deve portare avanti tutto quello che ha promesso, da parte nostra faremo un’opposizione di controllo». Va detto che Mirandola, dopo aver visto il risultato di Torino dove la candidata del M5S ha rimontato decine di punti sul sindaco uscente Piero Fassino, ha tirato un sospiro di sollievo e ringraziato il cielo di non aver avuto i grillini come avversari al ballottaggio.

Parole di soddisfazione arrivano da Chiara Tessarolo, del Pd: il suo ingresso in consiglio dipendeva dalla vittoria di Mirandola per il complicato calcolo dell’attribuzione dei seggi. «Siamo orgogliosi di entrare a far parte dell’assemblea civica, questo momento rappresenta per noi il risultato di un lavoro che portiamo avanti da anni e l'inizio di un nuovo cammino in cui cercheremo di far sentire la nostra voce in modo costruttivo pur dai banchi dell'opposizione». Anche Enrico Scipolo, del M5S, ha saputo domenica sera, per lo stesso motivo, che sarebbe entrato in consiglio a fianco di Lorenza Montagnoli, candidato sindaco dei pentastellati. Molti i dati sui quali riflettere a bocce ferme. Tra il primo e il secondo turno ben 1.759 elettori hanno preferito disertare le urne e l’astensione ha raggiunto il 50,7 per cento dei votanti. Si cercherà di dare inoltre una risposta a vari punti interrogativi: dove sono finiti i 557 voti del Pd? I 1312 del M5S e gli 804 voti della lista «Progetto Bovolone»? Qualcuno ha beneficiato, e in che misura, dei 464 voti della lista di Beatrice Mantovani?

Roberto Massagrande

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