<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Coltellate al bar, coppia denunciata

Il bar gestito dalla coppia a Menà di Castagnaro è posto sotto sequestro
Il bar gestito dalla coppia a Menà di Castagnaro è posto sotto sequestro
Il bar gestito dalla coppia a Menà di Castagnaro è posto sotto sequestro
Il bar gestito dalla coppia a Menà di Castagnaro è posto sotto sequestro

Coltellate al bar di Menà, scatta la denuncia per i due conviventi cinesi protagonisti di un litigio degenerato nella violenza. Con lui operato d’urgenza all’ospedale di Legnago per il fendente sferratogli dalla compagna che gli ha procurato un taglio profondo all’addome. E con lei medicata al Pronto soccorso, sempre del «Mater salutis», per la ferita rimediata alla mano destra durante la colluttazione con il compagno. Mentre sono in corso le indagini - da parte dei carabinieri di Castagnaro intervenuti sul posto con i colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago e il personale del 118 - per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione consumatasi, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, allo «Snack bar» di via Sant’Agostino, L.Z., 42 anni, è stata deferita alla Procura di Verona per tentato omicidio. Il suo convivente - H.X., nato anche lui nel 1977, e attualmente ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione, dove le sue condizioni stanno lentamente migliorando - è stato invece iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni personali aggravate. Ipotesi di reato che potrebbero cadere o venire modificate non appena l’uomo si sarà ripreso. E potrà perciò venire ascoltato e fornire agli inquirenti la sua versione di quella accesa scenata finita nel sangue, dove ad accendere la miccia sarebbe stato l’abuso di alcolici. Il barista, al momento dell’ingresso in ospedale, presentava infatti un tasso alcolemico nel sangue oltre sei volte superiore il limite consentito per legge. E la 42enne, che stentava a reggersi in piedi, appariva anche lei alterata da qualche bicchiere di troppo. Il nodo da chiarire, che potrebbe alleggerire la posizione di L.Z., è se si sia trattato di legittima difesa - la donna insiste nel dire di essersi ribellata dopo essere stata assalita e ferita alla mano dal convivente mentre affettava un limone - o se abbia accoltellato H.X. alla pancia semplicemente in preda all’ira dopo averlo invitato più volte a risalire in casa mentre si attardava a bere nel locale. La vicenda, che ha destato molto clamore nella frazione, risulta perciò un rebus intricato per gli uomini del maresciallo capo Massimo Previtali, affiancati quella notte dalle pattuglie del Norm coordinate dal maresciallo maggiore Roberto Zanoli. Le telecamere installate nel bar, che la coppia gestisce da ottobre, non erano infatti in funzione. E la testimonianza dell’unico avventore presente nel locale - un anziano del posto - è risultata confusa e quindi inattendibile. Indizi utili per mettere a fuoco quel «duello», che ha messo completamente sottosopra il bar, potrebbero arrivare dai rilievi eseguiti dai tecnici della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) dell’Arma. Intanto, il pm Silvia Facciotti, titolare del fascicolo, ha convalidato il sequestro dello «Snack bar», su cui sono ancora apposti i sigilli, e dei reperti, tra cui i due coltelli da cucina con una lama di sei centimetri ciascuno, di quell’animata discussione che solo per un soffio non è terminata nel dramma. •

Stefano Nicoli

Suggerimenti