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Operazione della Guardia di Finanza

Cocaina smerciata
al bar, sgominata
la banda della Bassa

Operazione della Guardia di Finanza
Un arresto della Finanza
Un arresto della Finanza
Spaccio di cocaina nella Bassa

Nascondevano la droga in posti precisi, in una stradina sterrata di Roverchiara e in un parcheggio di Veronella. Vicino a qualche albero, o in bottiglie di vetro. A volte senza trovare posti liberi, o senza abbastanza terra per sotterrarla. Rischiando anche di perderne una parte quando un campo veniva arato. Poi la spacciavano ai clienti, marijuana e cocaina, in una piazzola di Isola Rizza, a Roverchiara in un parcheggio e in una corte ma anche in un bar di Oppeano.

Sono rimasti in carcere i quattro arrestati di origine marocchina per cui il gip Luciano Gorra, dopo le indagini effettuate dalla Guardia di Finanza di Legnago, ha emesso l’ordinanza di custodia in carcere, mentre le altre due persone coinvolte sono agli arresti domiciliari. Zakariae Belkhayat detto “Ziko”, Noureddine Belmaniar detto “Pedro”, Eddine Salah Raoudi detto “Alex” e Mohammed Zyadi detto “Nico”, di età compresa tra i 26 e i 39 anni, nel corso dell’interrogatorio di garanzia non hanno risposto. Secondo il giudice per le indagini preliminari nei loro confronti non sono praticabili gli arresti domiciliari, perchè i quattro non offrirebbero garanzie di autocontrollo per la «spregiudicatezza, professionalità e accortezza dimostrata nel compiere l’attività illecita in via continuativa nei confronti di una fitta rete di clienti», soprattutto Belkhayat e Raoudi continuavano a spacciare anche dopo e nonostante l’arresto del secondo nell’ottobre scorso.

 

Secondo il gip aveva un ruolo secondario Alfredo Martini, 53enne residente a Zevio, che si sarebbe occupato di conservare la sostanza stupefacente, prestandosi ad un ruolo di custode.

Secondo l’ordinanza invece Dorella Zerlotin, 45enne di San Pietro di Morubio, sarebbe stata protagonista dello spaccio all’interno del bar di Oppeano da lei gestito, che era diventato un punto di ritrovo fisso per tanti clienti, ma per la stessa il gip ha ritenuto che la misura degli arresti domiciliari fosse sufficiente a contenere il rischio di reiterazione del reato, per entrambi l’interrogatorio è fissato domani.

 

Era una macchina ben organizzata e che lavorava insieme da tempo, con luoghi di “imbosco” della droga precisi e diverse zone di spaccio in vari territori della Bassa, con un linguaggio codificato ascoltato durante le intercettazioni in cui le parole «pesce», «pizza» e «bacche» indicavano la sostanza stupefacente: droga che cambiava di prezzo a seconda degli orari, con un’impennata dopo la mezzanotte e ancor più a notte inoltrata con un ulteriore aumento oltre le 4, perchè «di notte non si può certo lavorare per niente». •

L.M.

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