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Città in netta ripresa, poi lo stop Covid

Il Torrione, simbolo di Legnago, città che stava crescendo di nuovo
Il Torrione, simbolo di Legnago, città che stava crescendo di nuovo
Il Torrione, simbolo di Legnago, città che stava crescendo di nuovo
Il Torrione, simbolo di Legnago, città che stava crescendo di nuovo

Stipendi e redditi finalmente più alti a Legnago, dopo anni di sforzi, ma poi è arrivato il Coronavirus. In attesa di registrare gli effetti che la chiusura per due mesi delle attività economiche imposta dal «lockdown» avrà sui guadagni di imprenditori e dipendenti di quest’anno, la città si è scoperta più ricca nel periodo pre pandemia. È quanto emerge dai dati appena elaborati dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef), riguardanti le dichiarazioni ai fini del versamento dell’Irpef presentate nel capoluogo della Bassa nel 2019, sui redditi del 2018. In base al consuntivo, dunque, nell’ultimo anno Legnago ha visto crescere sia il numero dei contribuenti, saliti da 19.025 a 19.206, così come quello degli introiti dichiarati complessivamente da tutti i tassati. Il reddito imponibile totale della città è lievitato da 389milioni a 404milioni di euro. Ciò significa che ciascun legnaghese, in media, ha guadagnato 21.600 euro contro i 21.200 dell’anno precedente. Riguardo alle singole categorie di operatori, il Mef rileva che i dipendenti sono saliti da 10.325 a 10.580 e che le buste paga sono diventate un po’ più pesanti: lo stipendio medio è salito da 21.576 euro a 21.627 euro annui. Per quanto riguarda altre categorie di contribuenti, i pensionati sono diminuiti da 7.142 a 7.108, così come si sono ridotti i lavoratori autonomi, da 311 a 299. Anche il numero degli imprenditori è cresciuto, da 482 a 559, così come quello di chi ha dichiarato introiti da altre società, saliti da 847 a 910. Riguardo alle varie fasce di reddito, in città nel 2019 era diminuita quella dei più poveri: nel 2019 hanno dichiarato meno di 10mila euro di reddito 4.608 persone contro le 4.746 di 12 mesi prima. Sono «spariti» pure i contribuenti che, nella loro dichiarazione, avevano addirittura indicato delle perdite: nel 2018 erano stati 132, l’anno scorso erano pari a zero. Per contro, è leggermente cresciuta la quota di quanti hanno percepito tra i 10mila a 15mila euro all’anno. In questo caso i contribuenti sono passati da 2.505 a 2.572. Così come sono lievitate tutte le categorie superiori. Pertanto, i legnaghesi che hanno guadagnato dai 15mila ai 26mila euro sono aumentati da 6.262 a 6.365. Questi ultimi costituiscono la fascia numericamente più consistente. I cittadini che hanno percepito nell’ultimo anno dai 26mila ai 55mila euro sono passati da 4.382 a 4.595 e quelli che hanno dichiarato introiti tra i 55mila e i 75mila euro sono balzati da 351 a 402. Anche i «paperoni» legnaghesi sono aumentati numericamente. Quanti hanno dichiarato tra i 75mila e i 120mila euro di reddito sono saliti da 283 a 296. Un po’ più contenuta la crescita di contribuenti con gli introiti maggiori: chi ha denunciato redditi oltre i 120mila euro sono passati da 153 a 155. L’incremento di dichiarazioni e importi percepiti a Legnago ha portato benefici alle municipali: Palazzo de’ Stefani, nel 2019, ha incassato dall’Irpef comunale, al 6 per mille, 92mila euro in più, toccando i 2,1 milioni di euro. Parimenti, il numero di legnaghesi esentati dalla tassa, per reddito inferiore ai 15mila euro, si è ridotto da 7.383 a 7.135. Alla luce di questi dati, il sindaco Graziano Lorenzetti dice: «Siamo preoccupati, poiché come amministrazione avevamo pianificato il rilancio di Legnago e del suo territorio in base a questi segnali di ripresa, bloccati a causa dell’emergenza Covid 19. In relazione alla pandemia abbiamo adottato e stiamo valutando ulteriori azioni di sostegno per fasce di persone e imprese maggiormente colpite dal blocco sanitario». •

Fabio Tomelleri

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