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Chicchi di ghiaccio come albicocche Colture decimate

Tunnel per la coltivazione di orticole distrutto dalla violenta grandinata abbattutasi in tutta la pianura veronese con danni ingenti  per l’agricolturaLa struttura divelta dal vento al campo sportivo di San Vito di Cerea
Tunnel per la coltivazione di orticole distrutto dalla violenta grandinata abbattutasi in tutta la pianura veronese con danni ingenti per l’agricolturaLa struttura divelta dal vento al campo sportivo di San Vito di Cerea
Tunnel per la coltivazione di orticole distrutto dalla violenta grandinata abbattutasi in tutta la pianura veronese con danni ingenti  per l’agricolturaLa struttura divelta dal vento al campo sportivo di San Vito di Cerea
Tunnel per la coltivazione di orticole distrutto dalla violenta grandinata abbattutasi in tutta la pianura veronese con danni ingenti per l’agricolturaLa struttura divelta dal vento al campo sportivo di San Vito di Cerea

L’agricoltura della Pianura veronese è stata messa definitivamente in ginocchio dal maltempo. Dopo la tromba d’aria accompagnata da grandine che venerdì scorso aveva colpito diversi Comuni del territorio, con danni ingenti a coltivazioni, alberi, tetti e capannoni, l’altra sera un altro tremendo nubifragio, con chicchi di grandine grandi come albicocche, ha fatto danni ulteriori e in alcuni casi irrimediabili. I fenomeni atmosferici di questa bizzosa estate si stanno dimostrando infatti di una violenza estrema. La grandinata di ieri ha lasciato infatti un profondo segno in numerosi paesi del Basso veronese, dove è iniziata la conta delle perdite. A Bonavigo, in un campo, sono spariti la bellezza di 50 pioppi alti oltre 20 metri. In tutto il territorio compreso tra Bovolone, Cerea, San Pietro di Morubio, Salizzole, Oppeano e Isola della Scala, oltre che tra Belfiore, Bonavigo, Minerbe e Bevilacqua, i danni sono stati davvero ingenti. Il nubifragio ha abbattuto interi filari di kiwi e altri frutteti, mentre i seminativi, mais e tabacco in particolare, sono stati letteralmente rasi al suolo. Danneggiate anche le strutture: tetti dei capannoni, pannelli fotovoltaici, tunnel e pali di cemento. Si parla di danni per milioni di euro. «È un disastro», afferma Andrea Lavagnoli, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Verona, «abbiamo aziende che hanno perso il cento per cento della produzione». «Il vento è stato fortissimo», prosegue Lavagnoli, «quasi un uragano. Sui frutteti le reti antigrandine hanno fatto da vela, tanto che il vento ha potuto strascicare i pali di cemento e le intere strutture, compresi gli impianti di irrigazione. Le compagnie assicurative, per i frutteti, prevedono un massimale assicurabile di produzione per ettaro ma quest’anno la perdita totale del prodotto comporterà un indennizzo inferiore al valore effettivo». Come se ciò non bastasse, le assicurazioni stipulate dagli agricoltori sulle colture spesso non coprono i danni alle strutture che fanno da supporto al lavoro nei campi. Tutte le spese di ripristino, che sono elevatissime, saranno quindi a loro carico. Pertanto, Cia Verona sollecita ora l’intervento delle istituzioni. «Oltre allo stato di calamità per l’evento eccezionale della Regione Veneto», spiega Lavagnoli, «auspichiamo che vengano concessi alle aziende indennizzi pari al cento per cento dell’ammontare dei danni e qualora le risorse della Regione non bastassero vengano disposte risorse straordinarie». A sostenere le richieste del presidente di Cia, c’è anche Giorgio Bissoli, agricoltore ceretano e portavoce dell’associazione «Azione rurale». «La grandine abbattutasi nella zona l’altra sera ci ha inferto il colpo di grazia», sostiene l’imprenditore agricolo, «in questi giorni doveva iniziare la raccolta del mais ma le pannocchie sono state distrutte, le foglie di tabacco rovinate e interi frutteti decimati». A Cerea, oltre alle coltivazioni flagellate da vento, pioggia e grandine, nell’area tra Palesella e San Vito, la grandine ha fatto altri danni. Il tendone collocato vicino al campo da calcio della frazione di San Vito è stato divelto dalle folate di vento mentre nell’area del parcheggio antistante al «Rumbling pub» alcune auto si sono ritrovate con la carrozzeria tutta ammaccata ed il lunotto posteriore disintegrato dai chicchi di ghiaccio. «Fenomeni meteorologici di tale intensità», afferma il sindaco di Cerea Marco Franzoni, «purtroppo si ripetono sempre più spesso». «I nostri uffici stanno verificando se c’è la possibilità di chiedere lo stato di calamità per andare incontro a chi ha subito danni dalle ultime ondate maltempo, che si sono rivelate disastrose al punto da azzerare il reddito di molte aziende, tra l’altro in un periodo difficile per l’agricoltura», conclude il sindaco. •

Francesco Scuderi

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