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«Casa di riposo, l’assicurazione non risarcirà i danni agli ospiti»

L’incontro tra Csa e parenti degli ospiti al Palazzo della Cultura
L’incontro tra Csa e parenti degli ospiti al Palazzo della Cultura
L’incontro tra Csa e parenti degli ospiti al Palazzo della Cultura
L’incontro tra Csa e parenti degli ospiti al Palazzo della Cultura

È ancora alta la tensione sulla casa di riposo di Albaredo. Cresce, da parte di alcuni, la sfiducia nei confronti della cooperativa Csa di Mantova, che gestisce dal 2013 il servizio. Negli ultimi giorni sarebbero stati una decina i familiari che hanno manifestato il proposito di spostare altrove i propri cari. È un tema ancora in discussione e non c'è nulla di formalizzato, specie in un momento in cui i nonnini hanno soprattutto bisogno di ritrovare il proprio equilibrio nella struttura che li ha accolti dopo il grave incendio che la scorsa settimana ha distrutto completamente Ca' dei Nonni. Mentre sembra ormai rientrata l'emozione per la sciagura che in poche ore si è portata via una delle strutture per anziani giudicate maggiormente all'avanguardia in Veneto, continua il malessere tra i parenti degli ospiti, che stanno cercando di unirsi in un coordinamento, finora assente ad Albaredo, per far valere le proprie istanze. I familiari, oltre a chiedere delucidazioni sul livello di sicurezza della casa di riposo prima dell'incendio e sulle cause del rogo, hanno già avanzato la richiesta di ristoro dei danni materiali, se non anche morali, subiti dai loro cari a causa della disgrazia. Durante l'assemblea di domenica scorsa al Palazzo della cultura di Albaredo, la dirigenza della cooperativa però ha chiarito che non è previsto alcun rimborso. «Il risarcimento avverrà solo per l'immobile perduto, non per i beni mobili all'interno», ha affermato la responsabile dei Servizi sociali della coop Alessia Sarzi. Questo vale non solo per il vestiario, i deambulatori, gli occhiali e le suppellettili degli anziani, ma anche per gli arredi e le attrezzature che la Csa aveva installato a Ca' dei Nonni. Il fuoco si è infatti portato via letti e bagni attrezzati del valore di decine di migliaia di euro, sollevatori, carrelli per i medicinali, computer, divani, tavoli e sedie. Purtroppo però non erano beni assicurati in caso di incendio. L'assicurazione dunque non li rifonderà, come non verranno risarciti gli ospiti e gli operatori che hanno visto ridursi in cenere gli oggetti personali e i documenti che non sono riusciti a salvare. «Mia madre aveva il deambulatore che purtroppo è andato perduto», riferisce un parente di un’ospite, Felice Gambin. «Se la Csa mi chiederà di acquistarlo nuovamente io lo farò, ma poi presenterò il conto alla cooperativa. Mi sembra il minimo». Chi sta lottando con le unghie e con i denti per mantenere il servizio di residenzialità per i propri anziani, intanto, è l'amministrazione di Albaredo. Il sindaco Giovanni Ruta ha manifestato l'intenzione di valutare un ritorno alla gestione pubblica della casa di riposo. La dichiarazione non è piaciuta al presidente della coop Claudio Cuoghi che l'ha definita «destabilizzante». «Quando i nostri dipendenti hanno sentito le intenzioni del Comune si sono preoccupati», ha detto Cuoghi. «A parte gli obblighi sottoscritti davanti al notaio dal Comune otto anni fa, che non possono essere disattesi con tanta semplicità, ricordo che ci sono dei posti di lavoro a rischio, anche perché le quote sanitarie che abbiamo acquisito dall'Ipab Villa Grassi Perosini erano inferiori a quelle di cui disponiamo oggi, quindi ci troveremmo con un surplus di personale», ha concluso il presidente. È probabile che presto ci sarà un faccia a faccia tra la dirigenza della coop e la Giunta. •

Paola Bosaro

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