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Casa di riposo, dubbi ancora accesi

Lavori sulle macerie della casa di riposo di Albaredo
Lavori sulle macerie della casa di riposo di Albaredo
Lavori sulle macerie della casa di riposo di Albaredo
Lavori sulle macerie della casa di riposo di Albaredo

«Siamo molto perplessi. Abbiamo ricevuto risposte evasive e, per certi versi, imbarazzanti. Ci sono ancora molti dubbi che ci assillano». Così i parenti degli anziani di Ca’ dei Nonni, che si stanno riunendo in un coordinamento dopo il grave incendio che giovedì scorso ha distrutto la casa di riposo dove erano assistiti i loro familiari. L’assemblea, indetta ieri nel teatro di Albaredo da amministrazione comunale e cooperativa CSA per rassicurare i familiari degli ospiti sulle condizioni di salute dei propri cari, trasferiti all’ex ospedale di Zevio, non è riuscita del tutto a rispondere a tutti gli interrogativi che ruotano intorno al rogo che, solo per la prontezza di riflessi di operatori, carabinieri e semplici cittadini, e per una buona dose di fortuna, non ha provocato vittime. Alle domande sul «come sia potuto succedere», il presidente della CSA Claudio Cuoghi e la vice Alessia Sarzi hanno replicato che la struttura era stata «dotata di tutte le autorizzazioni, compresa quella antincendio», e che «il sistema di rilevatori era funzionante». Uno degli addebiti mossi dai volontari entrati a Ca’ dei Nonni per salvare gli anziani, è stato infatti il malfunzionamento del sistema antincendio. «Non è vero», hanno ribattuto i responsabili della cooperativa. «È solo accaduto che i nasi dei nostri operatori abbiano funzionato meglio e prima dei sensori, perciò siamo riusciti ad evacuare gli ospiti prima dell’allarme generale». Scetticismo da parte dei familiari anche sul fatto che fosse stata assicurata solo la struttura e non i beni presenti all’interno, compresi quelli degli ospiti. Più precise e circostanziate sono state invece le risposte sulla gestione attuale del Centro servizi. I responsabili della cooperativa hanno riferito che gli ospiti hanno perso abiti, accessori e tessere sanitarie. Per rifare queste ultime, verrà contattato dalla CSA il Distretto, mentre a vestiario, occhiali e altri accessori ci dovranno pensare i familiari. «Vogliamo rassicurarvi che in questo momento i vostri cari hanno comunque delle camicie da notte e degli abiti nuovi, recuperati grazie alla Croce Rossa», ha detto Cuoghi. «Li abbiamo lavati e cambiati, tuttavia a qualcuno mancano ancora ciabatte o occhiali». Qualche parente ha chiesto se è possibile portare al «Chiarenzi» un nuovo telefono cellulare per potersi mettere in contatto con il familiare come avveniva in precedenza. La risposta è stata affermativa. Per consegnare oggetti o prenotare visite ai propri parenti – da effettuare senza contatto fisico, salutandosi dietro un vetro, - basta telefonare al numero 045.6068172. Una delle necessità più impellenti in questo momento, nella struttura di Zevio, è avere un paio di televisori. «Ci sono degli ospiti che chiedono di seguire i telegiornali, però abbiamo recuperato un solo televisore da un’altra nostra struttura. Se qualcuno ha delle tv funzionanti, saremmo felici se ce le donasse», ha aggiunto Sarzi. Il sindaco di Albaredo Giovanni Ruta, presente con tutta la sua maggioranza, ha annunciato che aprirà un conto corrente per raccogliere fondi da destinare agli ospiti. Sui programmi per il futuro non si sbilancia, ma lascia intendere che «si sta facendo strada l’ipotesi di tornare alla gestione pubblica del servizio». All’assemblea ha partecipato anche la consigliera di minoranza neoeletta Lisa Cherubin. Oggi Ruta sarà al «Chiarenzi» per salutare anziani e operatori e sincerarsi delle loro buone condizioni. •

Paola Bosaro

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