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Casa di riposo, aumentano le rette

L’interno della casa di riposo di Legnago: le famiglie degli anziani dovranno pagare di più
L’interno della casa di riposo di Legnago: le famiglie degli anziani dovranno pagare di più
L’interno della casa di riposo di Legnago: le famiglie degli anziani dovranno pagare di più
L’interno della casa di riposo di Legnago: le famiglie degli anziani dovranno pagare di più

Aumentano le rette alla casa di riposo di Legnago. Dopo due anni di «tregua» - l’ultimo ritocco risaliva infatti al 2018 - il consiglio di amministrazione dell’Ipab di corso della Vittoria ha deciso di rivedere al rialzo i corrispettivi giornalieri chiesti ai familiari degli anziani ospitati nella struttura. L’istituto, che può accogliere fino a 158 persone, oggi ne conta poco più di 120 a causa dell’emergenza Covid, la quale, oltre a provocare la morte di 19 persone ospitate nel blocco «A», ha costretto l’ente a non accogliere più nessuno. La maggiorazione, valida retroattivamente dallo scorso 1 febbraio sino a fine anno, comporterà per le famiglie un «salasso» aggiuntivo annuo variabile da 365 euro per gli autosufficienti e i non autosufficienti in stanze singole o multiple a oltre mille euro per gli ospiti del nucleo «a maggior intensità sanitaria» con letto singolo. L’incremento, stabilito dai vertici dell’istituto prima dello scoppio della pandemia, è essenzialmente giustificato dalla necessità di far quadrare i conti dell’Ipab. Nella delibera di revisione delle nuove tariffe, il Cda guidato dall’avvocato Mario Verga scrive: «Vi è la necessità di aumentare le rette per pareggiare l’aumento delle spese, derivanti dall’incremento del costo del personale e dell’Imu». Sempre l’organo di indirizzo della casa di riposo, nel provvedimento, puntualizza: «Il bilancio dell’ente è sorretto sostanzialmente da due entrate: quella derivante dalle rette di ospitalità e quella ottenuta dalla Regione quale rimborso delle spese sanitarie e di rilievo per gli ospiti non autosufficienti». Il Cda prende pure atto «che difficilmente il contributo regionale crescerà». Da qui la necessità di rivedere i corrispettivi chiesti alle famiglie degli anziani, che garantiranno un’entrata complessiva di oltre tre milioni di euro. La retta versata per gli autosufficienti crescerà di un euro al giorno, passando da 46,25 a 47,25 per la stanza singola e da 44,75 a 45,75 per quella con due o più ospiti. In maniera analoga, i versamenti per i non autosufficienti che godono di contribuzione regionale saliranno da 50,75 a 51,75 euro per il posto in singola e da 48,75 a 49,75 per la multipla. Per gli anziani del nucleo «a maggior intensità sanitaria» la retta crescerà invece da 48,75 a 51,75 euro per il letto singolo e da 48,75 a 49,75 per la stanza con due o più letti. Verrà incrementato di un euro e mezzo, invece, il corrispettivo per gli anziani non autosufficienti senza quota di compartecipazione regionale. Agli utenti in stanza singola verranno chiesti 72,5 euro, contro i 71,25 dell’anno precedente. Così come l’alloggio con due o più ospiti costerà 70,75 euro contro i 69,25 del 2019. I consiglieri precisano: «La retta giornaliera sarà decurtata di sette euro in caso di assenza dell’ospite». Il Cda, inoltre, ha ritenuto «di dover mantenere la differenziazione delle rette tra autosufficienti e non autosufficienti in quanto il rimborso regionale, quantificato in 49 euro per gli anziani non autonomi e in 56 per gli ospiti appartenenti al nucleo a maggior sanità sanitaria, non garantisce il rimborso totale per le spese e i servizi rivolti agli stessi ospiti». Interpellato al riguardo, il presidente Verga non commenta, avendo già comunicato a suo tempo la decisione ai familiari degli ospiti. «Non siamo contrari a pagare qualcosa in più per il benessere dei nostri cari», rimarca Marisa Lupi, figlia di un’anziana ospite, «purché si mantengano gli standard qualitativi dell’assistenza ai nostri congiunti». •

Fabio Tomelleri

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