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«Caro Matteo, ora proteggici da lassù»

La bara di Dusi, portata a spalle, fa il suo ingresso in chiesa La parrocchiale gremita di gente per l’addio al 47enne DIENNEFOTO
La bara di Dusi, portata a spalle, fa il suo ingresso in chiesa La parrocchiale gremita di gente per l’addio al 47enne DIENNEFOTO
La bara di Dusi, portata a spalle, fa il suo ingresso in chiesa La parrocchiale gremita di gente per l’addio al 47enne DIENNEFOTO
La bara di Dusi, portata a spalle, fa il suo ingresso in chiesa La parrocchiale gremita di gente per l’addio al 47enne DIENNEFOTO

Centinaia di persone si sono date appuntamento ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale di San Vito per dare l’ultimo saluto a Matteo Dusi, il 47enne consulente finanziario della Mediolanum, originario di Engazzà di Salizzole e residente a Cerea, morto in un incidente d’auto venerdì scorso, in via Stazione a Cà di David. L’uomo si trovava al volante della sua Mercedes Classe A quando, forse per un malore, ha perso il controllo del veicolo finendo contro un muro. All’arrivo dei soccorritori purtroppo non c’era più nulla da fare. Ieri, nella chiesa della frazione di Cerea, i banchi erano affollati ben prima dell’inizio del funerale, con tanta gente costretta a disporsi lungo i corridoi laterali e nella parte posteriore del tempio pur di assistere alle esequie. La bara, coperta da un cuscino di rose bianche e rosse, ha fatto il suo ingresso in chiesa accompagnata dalla moglie Marika Pradella, molto conosciuta a Cerea per essere dipendente della filiale cittadina del Banco Popolare e per l’intensa attività prestata nelle scuole frequentate dalle figlie Isabella, di 11 anni, e Maria Vittoria di cinque. Dusi, oltre a loro, aveva anche altre due figlie nate da un matrimonio precedente: Giulia, di 24 anni, e Giorgia di 17. «Ci siamo trovati in tanti qui per salutare Matteo e stringerci attorno ai suoi cari», ha esordito il parroco di San Vito, don Piergiorgio Mortaro. «Dopo un primo momento di stupore e incredulità», ha proseguito il sacerdote, «dove la morte ci lascia stupiti e increduli a chiederci perché sia arrivata così improvvisa, ci sembra che il mondo ci cada in testa, che i progetti per il futuro siano finiti. Invece si sono trasformati, accettiamo la morte e la resurrezione, ora Matteo ha una vita senza limiti e confini, alla luce della fede e del Signore». «Dio gli è vicino ed è il nostro contatto con lui», ha sottolineato don Mortaro rivolgendosi ai numerosi fedeli. Al termine del rito, a prendere la parola è stata la moglie Marika che si è immedesimata nel marito leggendo una lettera a nome suo. Si è trattato di un vero e proprio messaggio di conforto e speranza per chi piange Dusi, quasi fosse lei a dover sostenere gli altri per la perdita di una persona cara. E non viceversa. «Quando sarò andato, lasciatemi andare, non piangete quando pensate a me, la vita va avanti, non sono morto ho solo cambiato spazio», queste alcune delle frasi lette dalla moglie nel ricordo del marito. Poi è salita sull’altare Patrizia Rampin, coordinatrice della scuola d’infanzia di San Vito frequentata dalla piccola Maria Vittoria, che è stata molto aiutata in questo terribile momento. «Guardando il cielo abbiamo visto una stella diversa dalle altre, senza dubbio eri tu Matteo», ha detto l’insegnante. «Ora da lassù potrai guardarci e proteggerci, eri un gigante buono che non aveva paura di niente, con un sorriso grande che arrivava dritto al cuore. Caro Matteo, sei stato figlio, marito, padre e amico, hai dato fondo ai tuoi sogni, ti mandiamo un ultimo abbraccio», ha concluso. Il feretro è stato poi sepolto nel cimitero di Engazzà. •

Francesco Scuderi

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