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Carenza medici di base In pensione in quattro e 3.000 pazienti a spasso

Medico di medicina generale nel suo studio
Medico di medicina generale nel suo studio
Medico di medicina generale nel suo studio
Medico di medicina generale nel suo studio

«Tra nove mesi, più di tremila legnaghesi si troveranno senza un medico di base». A lanciare l’allarme, nell’ultimo Consiglio comunale, sulla riduzione del numero di dottori di famiglia (ora una quindicina) che assistono i 25.400 legnaghesi è stato Angelo Guarino, consigliere del Gruppo misto e medico di medicina generale (Mmg). Guarino, durante la discussione dell’interpellanza presentata da lui e dall’opposizione sulla campagna vaccinale antinfluenzale 2021-’22, ha preannunciato quali saranno le problematiche di assistenza che si verificheranno nel 2022. Tutto ciò in base al fatto che, secondo quanto rilevato da Guarino, dalla primavera 2022 andranno in pensione, tra capoluogo e frazioni, ben quattro dottori di famiglia e un quinto pare trasferisca la propria attività fuori città. Tale situazione ha già cominciato a preoccupare più di qualche assistito il cui medico sta per andare in pensione. Di tali timori Guarino si è fatto portavoce in Consiglio, puntando ancora una volta l’attenzione sulla necessità di attivare, pure a Legnago, un’Aggregazione funzionale territoriale (Aft) ovvero la medicina di gruppo, già presente in altri centri della Bassa, che purtroppo ha fatto sempre fatica a decollare in città. Nonostante i vari tentativi nell’ultimo decennio dalle varie amministrazioni, per motivazioni varie, tra medici ed ente locale non è mai stata trovata la quadra su un sito unico da destinare a «casa della salute», come esiste nella vicina a Cerea che ha adibito a poliambulatorio un’ala dell’area «Ex Perfosfati». «Mentre la campagna antinfluenzale», ha sottolineato Guarino, «si è risolta senza particolari problemi, resta aperta la questione della futura carenza di medici di base». Su questo Guarino è stato categorico: «Occorre agire alla svelta e trovare una quadra sulla medicina di gruppo integrata: fra nove mesi, col pensionamento di alcuni colleghi, oltre tremila residenti tra città e frazioni si troveranno senza medico di base. Con il rischio che, per ovviare alla carenza, l’Ulss 9 incrementi il carico di pazienti assistiti dagli altri dottori, con aggravi di lavoro e disagi per l’utenza. La criticità principale, che spinge pure i nuovi dottori di famgiglia ad evitare di aprire un ambulatorio in città, sta proprio nell’assenza di un polo per l’assistenza primaria, attrezzato come quello di Cerea». «Sono io», ha replicato il sindaco Graziano Lorenzetti, «che chiedo a Guarino cosa ha fatto, nell’ultimo anno e mezzo, in qualità di consigliere delegato alla Sanità (incarico poi revocato dal primo cittadino, n.d.r.), per cercare di accorpare ed integrare tra loro i vari studi medici cittadini. Dal canto nostro, siamo e saremo sempre disponibili a collaborare a qualsiasi iniziativa che possa favorire il miglioramento dell’assistenza sanitaria di base sul territorio».•.

Fabio Tomelleri

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