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Cani, dimezzati gli abbandoni I rifugi rischiano però il collasso

Cani assistiti nel rifugio di Merlara in attesa di adozione DIENNE
Cani assistiti nel rifugio di Merlara in attesa di adozione DIENNE
Cani assistiti nel rifugio di Merlara in attesa di adozione DIENNE
Cani assistiti nel rifugio di Merlara in attesa di adozione DIENNE

Riccardo Mirandola In periodo di Coronavirus calano drasticamente gli abbandoni di cani in tutta il Veronese. Ma nel contempo il blocco agli spostamenti sta mandando in tilt i rifugi che non riescono più a far adottare i nostri amici a quattro zampe che devono attendere tempi migliori per trovare una nuova famiglia. Nel mese di marzo, al canile sanitario di Verona sono stati portati dal cinovigile 45 cani, la metà di quelli catturati nei mesi precedenti. Diminuzione di recuperi ancora più accentuata nelle prime settimane di aprile a conferma del trend del mese precedente. Un calo considerevole quello degli abbandoni o degli smarrimenti che secondo Mariella Zamperlin, presidente della Lega per la difesa del cane di Legnago e Basso Veronese, ha principalmente due ragioni. «Per prima cosa», spiega la responsabile degli animalisti, «il fatto che la popolazione sia costretta a rimanere in casa ha come effetto una maggior custodia delle bestiole d’affezione. Sono stati pochissimi, infatti, i casi di cani che sono inavvertitamente scappati di casa perché magari i loro padroni erano al lavoro. Il calo importante di animali che in precedenza vagavano nei Comuni della Bassa è a mio avviso dovuto anche al fatto che il blocco sanitario ha fermato l’increscioso fenomeno delle staffette che trasportavano decine e decine di cani dalle regioni del sud fino a Verona». «È inutile nasconderlo che questi animali, mi riferisco a quelli portati qui in modo poco chiaro e non rispettoso delle regole sanitarie», aggiunge Zamperlin, «finivano poi in strada e quindi venivano portati al canile sanitario di Verona dove magari erano positivi alla Leishmania, malattia tipica delle regioni meridionali. Mi auguro che con la ripresa della vita normale questo fenomeno di importazione di cani da altre regioni cessi definitivamente». La riduzione di cani vaganti viene confermata anche dai tanti volontari delle associazioni animaliste che fino allo scorso febbraio erano in fibrillazione per soccorrere gli animali randagi e che ora ricevono invece pochissime segnalazioni. Al contrario, i rifugi rischiano il vero e proprio collasso per sovraffollamento. I divieti agli spostamenti dettati dai vari decreti del Governo e della Regione stanno infatti bloccando da 40 giorni le adozioni di cani nei rifugi Enpa di Verona e Leudica di Merlara, nel Padovano, con i quali sono convenzionati la maggior parte dei Comuni veronesi. Sono decine e decine gli animali che attendono di poter avere una nuova famiglia che li possa adottare. I continui ingressi non sono infatti compensati dalle uscite e quindi quasi tutti i box risultano occupati. Il rifugio di Merlara ha scritto alla Regione evidenziando la situazione preoccupante con cui è alle prese e chiedendo deroghe per consentire ai cittadini di spostarsi per visitare il canile ed incentivare così le adozioni. «Rischiamo l’interruzione di un pubblico servizio», paventa Gianfranco Fanton , presidente di Leudica, «una volta raggiunta la capacità massima del nostro rifugio, oltre a pericoli per l’incolumità degli animali dovuto ai conflitti che possono insorgere con un numero elevato di presenze. Chiediamo che si possa aprire al pubblico con visite programmate e in totale sicurezza. •

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