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Canalbianco, distesa d’erba e rifiuti

La distesa di rifiuti, lunga sessanta metri, in conca sul CanalbiancoIl barcone del ristorante circondato da sfalci d’erba non recuperati
La distesa di rifiuti, lunga sessanta metri, in conca sul CanalbiancoIl barcone del ristorante circondato da sfalci d’erba non recuperati
La distesa di rifiuti, lunga sessanta metri, in conca sul CanalbiancoIl barcone del ristorante circondato da sfalci d’erba non recuperati
La distesa di rifiuti, lunga sessanta metri, in conca sul CanalbiancoIl barcone del ristorante circondato da sfalci d’erba non recuperati

Sembra un prato, per vastità, ma anziché fiori vi spuntano di bottiglie di plastica ed immondizie di ogni genere. Si tratta della superficie del Canalbianco, il corso d’acqua che bagna la frazione di Torretta di Legnago e sopra il quale si accumulano, da mesi, scarti e vegetazione di ogni genere, soprattutto in corrispondenza delle chiuse che regolano il flusso della corrente ed il passaggio delle imbarcazioni. La «marea galleggiante» attualmente occupa il canale per l’intera larghezza e, in lunghezza, si estende per una sessantina di metri, a monte della conca. Il formarsi di questa coltre di rifiuti, misti a terreno e sfalci di vegetazione, è causato dagli abbandoni e dalle manutenzioni effettuate lungo gli affluenti del Canalbianco. Per risolvere la questione, visti i disagi che l’accumulo di materiale, denunciato lo scorso anno anche da Greenpeace Italia, crea a residenti e attività economiche, tra cui un ristorante galleggiante, lo scorso anno si è mosso pure il Comune, anche se la convenzione - stesa nel municipio di Legnago - che dovrebbe garantire le pulizie periodiche del Canalbianco non è ancora diventata operativa. E si vede. Alle immondizie che «ostruiscono» la conca, si sono aggiunte, un po’ più a monte, vere e proprie isole galleggianti di erba, trasportate dalla corrente, che si sono «incagliate» vicino al «Tintero», un ristorante galleggiante realizzato qualche anno fa assieme ad un porticciolo turistico. Nel primo pomeriggio di sabato 27 giugno, il locale realizzato su una chiatta, è stato letteralmente circondato da cumuli di erba provenienti probabilmente da operazioni di sfalcio e manutenzione effettuate lungo il Bussè, che si getta nel Canalbianco. «Ciò che più mi ha infastidito ed umiliato come imprenditore», evidenzia Giancarlo Battilani, titolare del ristorante galleggiante, «non è stata la presenza dell’erba, che di per sé è un elemento naturale, bensì che tutta quella gran quantità di materiale sia stata rilasciata deliberatamente, forse aprendo una delle chiuse del Bussè, nella giornata di sabato, proprio il giorno in cui il mio locale, già penalizzato dal dimezzamento dei coperti a causa delle norme anti Covid, lavora maggiormente. Se la stessa operazione fosse stata fatta di lunedì, non avrebbe comportato tutto questo disagio. Invece ho dovuto passare più di due ore per liberare l’area da quella marea d’erba che certamente avrebbe allontanato i clienti. Non si trattava di vegetazione di sponda, bensì di cumuli che si formano lungo i corsi d’acqua con il passare del tempo». Sulla questione interviene Luca Falamischia, assessore alle Manutenzioni, che tuttavia puntualizza: «Il taglio dell’erba e la cura delle sponde degli affluenti del Canalbianco non sono di competenza comunale, bensì dei vari consorzi di bonifica. Il nostro ente ha solo la responsabilità del verde lungo la ciclabile del Bussè. È tuttavia normale che si proceda con queste operazioni di manutenzione dell’erba lungo gli argini». Sulla questione dei rifiuti galleggianti, l’assessore annota: «Il Comune, da giugno 2019, ha già fatto recuperare, da imprese specializzate, più volte erba e scarti dalle chiuse, per ora, purtroppo, smaltendoli a proprie spese. Per la prima volta da mesi si sta lavorando per coinvolgere tutti i Comuni a monte che si affacciano sul Canalbianco. Di certo non sono cose che si rivolgono a breve». Sull’intesa per le pulizie periodiche del canale, il sindaco Graziano Lorenzetti aggiunge: «Ho trasmesso la convenzione che regolerà i servizi di rimozione e smaltimento dei rifiuti sulla conca, avallata dalla Regione, a tutti i Comuni coinvolti per l’adozione definitiva». •

Fabio Tomelleri

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