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BOVOLONE

L'uomo che ha aggredito il medico? È lo stesso che aveva picchiato un barista per una canzone «hot»

E in entrambi i casi a dargli manforte c'era la moglie

Violento e pure recidivo. Sempre con la moglie accanto a dargli man forte in due episodi raccapriccianti che, a distanza di sette mesi l’uno dall’altro, hanno seminato la paura e acceso l’allarme sicurezza a Bovolone. Il 28enne di origini tunisine che, martedì sera, ha sfogato tutta la sua rabbia, per una prestazione non ritenuta evidentemente all’altezza, contro il medico di base Berhane Tesfai, era stato protagonista lo scorso agosto di un’analoga aggressione alle piscine comunali di piazzale Aldo Moro.

E anche in quel caso, come è successo al dottore 69enne offeso, strattonato e scaraventato a terra, tanto da rimediare un trauma alla gamba, il barista del centro natatorio era finito in ospedale con ferite al volto e una prognosi iniziale di 20 giorni. Per il nordafricano e la moglie trentenne era scattata così una denuncia per lesioni da parte del gestore del chiosco situato all’interno degli impianti sportivi. Una querela alla quale la coppia, residente nella cittadina del mobile, aveva replicato con una denuncia per razzismo a carico del 51enne.

 

Il caso in piscina

 A scatenare le proteste dei coniugi, intenti a ritemprarsi dal solleone nelle vasche all’aperto assieme al figlioletto di tre anni e al fratello dell’uomo, era bastata una canzone. Marito e moglie avevano ritenuto infatti sconvenienti i gemiti e i gridolini «hard» che simulavano un amplesso, mixati a ritmi caraibici, del brano diffuso dalle casse del bar. E così, di punto in bianco, sulle note di «Raggasex», un successo firmato nel 2002 dal noto dj e produttore ampezzano Ottomix, al secolo Ottorino Menardi, riproposto ancora oggi, il plateatico del bar si era trasformato in un ring. E dalle urla e dalle offese si era trascesi alle mani. Stando ad una prima ricostruzione svolta in quell’occasione dai carabinieri di Bovolone, giunti sul posto con la polizia locale del distretto Media Pianura Veronese, i due giovani clienti, giudicando troppo spinto quel brano per un luogo frequentato da tante famiglie, avevano insistito perchè il barista cambiasse musica. Cosa sia successo nel parapiglia seguito a quella richiesta si è rivelato un rebus difficile da decifrare per gli uomini del luogotenente Antonio Bortolozzo, che faticarono non poco a riportare la tranquillità nell’impianto.

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 Sta di fatto che il 28enne, per «vendicare» gli insulti che il barista avrebbe rivolto alla moglie mentre lui si era recato alla cassa per protestare con il responsabile del centro, diede in escandescenze. Al punto da non esitare a scavalcare il bancone e a colpire con una testata in faccia il 51enne che cadde a terra con la bocca sanguinante. Per poi continuare a picchiarlo con calci e pugni mentre era sul pavimento. Una versione contestata dalla coppia, che aveva anzi tacciato di razzismo il barista che a detta della 30enne avrebbe risposto al marito «a casa tua ascolti la canzone che vuoi». Un puzzle difficile da comporre, dove l’unica certezza fu la prognosi con cui l’inconsapevole barista, reo di essersi sintonizzato su una radio web con in scaletta il brano «hot», era uscito quella sera dall’ospedale veronese di Borgo Trento.

 

L'aggressione al medico


Ed ora, mentre il dottor Tesfai è ricoverato nell’Ortopedia del «Mater salutis» di Legnago dove attende di essere operato dopo la reazione al calor bianco dei suoi due pazienti «fuori di senno», il luogotenente Bortolozzo è alle prese con un altro caso delicato. Un’indagine che coinvolge sempre la coppia bovolonese e che, fino a ieri, non si era ancora concretizzata in una seconda denuncia per lesioni dopo quella sporta dal barista. Ma gli accertamenti tecnici, sommati al racconto del medico assalito e alle testimonianze raccolte dai militari, sono destinate, a quanto trapelato, a finire a stretto giro in un fascicolo da inviare in Procura.


 Intanto non si spengono le reazioni di sdegno per una vicenda che ha riacutizzato l’emergenza con cui è alle prese negli ultimi anni il personale sanitario. Ieri, Giulio Rigon, presidente della Federazione medici di medicina generale (Fimmg) di Verona, ha ribadito «la solidarietà e il sostegno del sindacato di categoria al collega Tesfai vittima di un attacco indecente e intollerabile per chi si prodiga con sacrifici e dedizione a curare le persone». La Fimmg non esclude a breve azioni forti «per contrastare un clima inaccettabile che non va trascurato». «In questo momento», annuncia Rigon, «stiamo lavorando a livello regionale per sensibilizzare i cittadini rispetto alle problematiche della sanità e della violenza nei confronti dei medici e degli operatori in prima linea». 

Stefano Nicoli

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