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Asfalto «rattoppato», critiche e molti disagi

Buche rattoppate sulla Transpolesana all’altezza dello svincolo di Legnago nord DIENNEFOTO
Buche rattoppate sulla Transpolesana all’altezza dello svincolo di Legnago nord DIENNEFOTO
Buche rattoppate sulla Transpolesana all’altezza dello svincolo di Legnago nord DIENNEFOTO
Buche rattoppate sulla Transpolesana all’altezza dello svincolo di Legnago nord DIENNEFOTO

Troppi rattoppi sulla Transpolesana. Lungo la statale 434 si riaccende la protesta degli automobilisti, costretti quotidianamente a fare i conti con i sobbalzi procurati agli ammortizzatori dei loro veicoli dalle numerosissime «toppe» d’asfalto messe in opera dall’Anas, negli ultimi anni, su vari tratti. Tutto ciò, nonostante il piano «anti-buche», varato lo scorso anno dalla società del Gruppo «Fs Italiane», abbia portato, tra l’estate e l’autunno, al rinnovo complessivo di 7,7 chilometri di asfalto, tutti concentrati lungo la direttrice che da Verona porta a Rovigo. Infatti è nella direzione opposta, verso Verona, che i dislivelli del piano stradale sono accentuati in corrispondenza delle riparazioni «a freddo» effettuate da Anas. Fin dallo scorso dicembre, i conducenti che ogni giorno percorrono i 55 chilometri di statale che solcano la Bassa veronese hanno manifestato sui social il loro disappunto contro i crateri «rattoppati» alla bell’e meglio. Tali «punti neri» sono concentrati soprattutto sulla prima corsia, percorsa dai veicoli lenti come camion e autotreni, che spesso e volentieri zigzagano pericolosamente proprio per evitare questi «mini-dossi». Tra i settori più critici vi è senza dubbio quello compreso tra gli svincoli di San Pietro di Legnago e Legnago Nord. Una miriade di buche «tamponate», una di seguito all’altra, si trova poi tra l’uscita di Angiari e quella di Palesella di Cerea, così come altre «sporgenze» create da asfalto posato a freddo sono disseminate tra San Pietro di Morubio, Roverchiara e Isola Rizza. In questi giorni, inoltre, le riparazioni «mordi e fuggi» di una pericolosa buca lungo la rampa di uscita della «434», a San Giovanni Lupatoto, hanno spinto un automobilista, S.D., a scrivere ad Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture, contestando i metodi scelti per questa riparazione. «Per eliminare un avvallamento profondo e pericoloso come questo», scrive il conducente, «sono occorse almeno due settimane. La modalità utilizzata per tappare la voragine è la stessa di un tempo: si è gettato l’asfalto con il badile e poi lo si è pressato. Così facendo è stata eliminata una buca, sostituendola però con un "dossetto" che, soprattutto per i veicoli leggeri o a due ruote, rappresenta pure un pericolo alla pari dell’avvallamento eliminato». L’utente rimarca: «Se venisse effettuata una piccola raschiatura quadrata, riasfaltandola con un’apposita macchina come avviene in autostrada o in tangenziale, non sarebbe poi necessario asfaltare una seconda volta la carreggiata come avviene tuttora». «Con l’arrivo della primavera», assicura l’assessore De Berti, «riapriranno i cantieri per le asfaltature più consistenti». Sul deterioramento del manto stradale in diversi punti della statale 434, l’assessore aggiunge: «Ci sono dei tratti in condizioni critiche poiché tre anni fa, quando sono decollate le prime manutenzioni, c’erano degli altri settori ancora più deteriorati. Mentre questi ultimi sono stati sistemati con urgenza, le zone dove non sono stati eseguiti interventi si sono a loro volta usurate. Tuttavia un certo miglioramento c’è stato, anche se il lavoro da fare resta ancora tanto». Dal canto suo, l’Anas annota: «I singoli rattoppi sono legati al periodo invernale, visto che al di sotto di una certa temperatura non si possono effettuare interventi estesi con risultati ottimali». La società di gestione della Transpolesana puntualizza: «Concluso il periodo di sospensione, con la bella stagione ripartiranno le asfaltature, che interesseranno le tratte più bisognose di riqualificazione. Proprio sulle rampe di San Giovanni Lupatoto di competenza dell’ Anas, tra il 2020 e il 2021, sono già programmati consistenti lavori di ripristino destinati a risolvere il problema». •

Fabio Tomelleri

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