<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
CEREA

Arrestato «nonno rapina». Dovrà scontare sette anni

I carabinieri hanno arrestato e trasferito in carcere il rapinatore
I carabinieri hanno arrestato e trasferito in carcere il rapinatore
I carabinieri hanno arrestato e trasferito in carcere il rapinatore
I carabinieri hanno arrestato e trasferito in carcere il rapinatore

La rapina commessa quattro anni fa in trasferta, ai danni di un istituto di credito lombardo assaltato con la complicità di alcuni coetanei, ha presentato un altro conto salato con la giustizia al «nonno rapinatore» di Cerea. Maurizio Bertani, detto Nino, 70 anni, è stato infatti nuovamente arrestato e trasferito nella casa circondariale di Montorio dove, questa volta, dovrà rimanere fino al 22 dicembre del 2028. Vale a dire oltre sette anni, fatta salva, vista anche l’età avanzata, la concessione di misure alternative alla detenzione in cella su cui punterà nei prossimi giorni il suo legale, l’avvocato Anna Carmen Calabria Cilento de Hauteville di Verona.

 

L’anziano pluripregiudicato, che nella sua lunga carriera criminale ha collezionato una sfilza di condanne - la prima risale al 1979 - e diversi anni di carcere, è stato infatti prelevato dai carabinieri della stazione cittadina in una comunità della Bassa, dove era ospite da qualche tempo, su ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Cremona. Nell’ottobre del 2017, assieme a quella che venne ribattezzata la «banda dei sessantenni», era finito di nuovo in cella con l’accusa di aver rapinato nell’estate precedente altre due banche sparse tra la Lombardia e l’Emilia Romagna. Sempre armato di coltello e con il volto mascherato da vistose parrucche, bandane ed occhiali da sole al pari dei suoi complici. A distanza di un anno da quell’operazione - condotta dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Cremona, con il supporto dei colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago - per il «nonno rapinatore», evaso in passato anche dalla casa circondariale di Pianosa, si era ulteriormente allungato il già fitto curriculum giudiziario a fronte dell’ennesima condanna.

 

Nel dicembre del 2018, «Nino» Bertani era stato infatti condannato, in tribunale a Cremona, a sette anni di carcere e duemila euro di multa. Il collegio presieduto da Francesco Sora - giudici a latere Giulia Masci e Daniele Moro - lo aveva infatti riconosciuto colpevole della rapina compiuta il 21 agosto del 2017 ai danni della filiale della Banca Intensa San Paolo di Piadena, piccolo Comune della provincia cremonese. In quell’occasione, lui e un altro malvivente - un terzo uomo li aspettava all’esterno al volante di una Lancia Libra, risultata rubata qualche giorno prima a San Giovanni in Croce (Cremona) - assaltarono l’istituto di credito travisati come stessero per andare in spiaggia o ad una sfilata di Carnevale.

 

Tuttavia non riuscirono a svuotare la cassaforte temporizzata e si dileguarono dopo essersi fatti consegnare dagli impiegati allo sportello, minacciati con un coltello di ceramica passato indenne al metal detector, solo 550 euro e 500 corone della Repubblica Ceca. Complesse indagini permisero di risalire, a distanza di un paio di mesi, a Bertani, allora ai domiciliari, che finì a Montorio con l’accusa di aver rapinato, il 21 luglio del 2017, anche la Banca Agricola Mantovana (gruppo Monte dei Paschi di Siena) di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia), dove due banditi, coltello in pugno, razziarono 7.400 euro. Ed ora per il fantasioso rapinatore «professionista

Stefano Nicoli

Suggerimenti