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Antenne per la telefonia Il sindaco cerca offerenti e attacca il governo sul 5G

L’area che ospita l’antenna per la telefonia in viale del Silenzio DIENNE
L’area che ospita l’antenna per la telefonia in viale del Silenzio DIENNE
L’area che ospita l’antenna per la telefonia in viale del Silenzio DIENNE
L’area che ospita l’antenna per la telefonia in viale del Silenzio DIENNE

Un’ indagine di mercato per trovare offerte migliori. È la risposta della Giunta del sindaco Emilietto Mirandola al gioco al ribasso dei gestori di telefonia, che tendono a ridurre ad ogni rinnovo il canone pagato ai Comuni per l’occupazione dei terreni sui quali hanno piantato i piloni con i loro ripetitori. Si tratta di due aree, di 50 metri quadrati ciascuna, che si trovano in viale del Silenzio e nelle vicinanze degli impianti sportivi. Erano state date in concessione nel 2011 alla ditta H3G SPA 3. Garantivano un canone annuo di 8.718 euro. Alla scadenza, avvenuta a metà luglio, l'attuale società di gestione dei contratti di concessione, la Wind Tre, tramite la società CK Hutchison Networks, era pronta a mettere sul tavolo 60mila euro per una concessione trentennale che di fatto abbassava il canone annuo a 2mila euro. Il Comune ha risposto picche dicendosi disponibile ad una nuova convenzione di nove anni. A questo punto, la società di telecomunicazioni ha offerto un canone di 6mila euro. Da qui l’idea di un’ indagine di mercato prima di firmare un rinnovo, ma non sarà così facile trovare interessati disposti ad offrire di più. Sulla telefonia mobile, il sindaco di Bovolone era intervenuto direttamente anche a fine maggio con un’ ordinanza di sospensione della tecnologia 5G dei telefoni di nuova generazione che è rimasta efficace meno di due mesi. A luglio, il Governo ha introdotto una norma in un decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 luglio, che lascia ai sindaci la possibilità di individuare regole per minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, senza poter impedire l'installazione di antenne sul territorio. Sono decine i sindaci che si sono visti annullare i loro provvedimenti anti-5G. «La mia ordinanza che vietava la sperimentazione di antenne 5G su tutto il territorio comunale», spiega Mirandola, «aveva come unico obiettivo quello di aspettare dal ministero o dall’ Ulss maggiori rassicurazioni e dati certi sul fatto che la nuova tecnologia non possa arrecare alcun danno alla salute pubblica. In attesa di altri dati scientifici, ci sembrava giusto, a scopo precauzionale, aspettare». «Con questo provvedimento», prosegue il sindaco, «il governo di fatto limita noi sindaci su un tema, come la salute pubblica, estremamente delicato, di cui siamo responsabili nei confronti dei nostri cittadini. Anche se l'ordinanza è nulla, noi restiamo convinti che la tutela dei cittadini venga prima di tutto e riteniamo necessario avere la certezza che non ci sia alcun rischio per la salute. Per questo continueremo a chiedere al Governo di avere risposte chiare».

Roberto Massagrande

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