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gazzo

Gli alunni di Roncanova scrivono a Liliana Segre: «Cara senatrice, non scorderemo mai la Shoah»

Toccante lettera dei ragazzi delle medie Pasetto dopo gli approfondimenti in classe e gli allestimenti a scuola sul Giorno della Memoria. E la promessa: «Non resteremo indifferenti»
Gli studenti hanno fatto una promessa a Liliana Segre (Diennefoto)
Gli studenti hanno fatto una promessa a Liliana Segre (Diennefoto)
Gli studenti hanno fatto una promessa a Liliana Segre (Diennefoto)
Gli studenti hanno fatto una promessa a Liliana Segre (Diennefoto)

«Carissima Senatrice noi non resteremo indifferenti». Si conclude con questa promessa la lettera che gli alunni della scuola media «Albino Pasetto» di Roncanova hanno inviato a Liliana Segre in occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Una missiva toccante, che è stata il frutto di un lavoro collettivo di studio e sensibilizzazione portato avanti per settimane dai docenti delle classi prime e seconde.

La lettera degli studenti e le farfalle gialle portatrici di parole di speranza

«Siamo rimasti stupefatti», scrivono gli alunni a Segre, «di fronte alla sofferenza, alle atrocità e alla disperazione che la Shoah ha portato con sé. Ma poi c’è l'immagine che Lei ci ha regalato con le sue parole, quella che rievoca la "farfalla gialla", che sa spiccare il volo oltre “il filo spinato“ dell'odio e della crudeltà di uno dei momenti più bui che la storia dell'umanità abbia mai vissuto». E, «per riallacciarci a questa sua immagine», prosegue la missiva, «abbiamo realizzato tante farfalle gialle portatrici di parole di speranza, di unione, di fratellanza. Le Sue parole ci hanno spinto ad una riflessione perché Lei ha davvero ragione: l’indifferenza è più colpevole della violenza stessa».

I ragazzi, oltre a questa, hanno inviato alla Senatrice a vita altre 40 lettere ispirandosi proprio alla terribile esperienza vissuta da Segre nel campo di sterminio di Aushwitz fino alla liberazione avvenuta il 27 gennaio del 1945 da parte delle truppe dell'Unione Sovietica. «Si è trattato di un vero e proprio lavoro di gruppo», spiega Arianna Battaglia, una delle insegnanti che si sono dedicate al progetto, «con i miei colleghi abbiamo spiegato ai bambini tutto quello che è successo nei lager nazisti. E, nell’ambito di questo straziante percorso, è emersa una storia davvero unica che riguarda un cittadino di Gazzo, Mario Giri, soldato della Marina italiana fatto prigioniero dagli americani in Sicilia e portato negli Stati Uniti sino alla fine della guerra».

La testimonianza

La famiglia Giri ha raccontato ai ragazzi la differenza di trattamento ricevuto dal loro congiunto in America rispetto a chi era purtroppo detenuto nei campi di sterminio di Hitler. Giri infatti scriveva ai suoi cari di come la sua vita di prigioniero fosse normale, al riparo da violenze e privazione. Al termine del conflitto, l'uomo ritornò a Gazzo mentre moltissimi altri italiani morirono nei forni crematori tedeschi.

Tra gli alunni delle medie «Pasetto» ci sono anche alcuni ragazzi ucraini arrivati in Italia per sfuggire alla terribile guerra in corso nel loro Paese. Ed essi hanno rivisto nella Shoah il dolore che da quasi un anno sta vivendo il popolo ucraino bombardato dall'esercito russo. Per l’occasione, i ragazzi hanno preparato un allestimento nel salone di ingresso della scuola con materiale che è stato prestato dalla famiglia Giri e da altri abitanti di Gazzo.

Si tratta di abiti, valigie, scarpe, oggetti di vita quotidiana, fotografie, ritagli di giornale, stampe e tanto altro ancora che è stato conservato gelosamente dai loro nonni in ricordo di quegli anni bui del secondo conflitto mondiale.

La promessa

A Liliana Segre sono state inviate le foto dell'allestimento assieme alla missiva di solidarietà nella quale si racconta il lavoro svolto dalle classi. Molti alunni, incuriositi poi dall'esperienza terribile della senatrice a vita, hanno poi voluto guardare il programma «Binario 21» andato in onda su Rai 1 per tenere viva la memoria dell'Olocausto.

Per anni, su quel binario della stazione di Milano sono stati caricati su vagoni bestiame migliaia di ebrei, oppositori politici, militari e tanti altri cittadini da deportare nei famigerati campi di sterminio nazisti. Primo fra tutti quello di Aushwitz dove appunto arrivò la bambina Liliana assieme al padre, il quale venne subito ucciso in una camera a gas mentre lei riuscì a sopravvivere di stenti fino alla liberazione dopo due anni di sofferenze indicibili. Da qui la promessa alla Senatrice, messa nero su bianco, «di non restare indifferenti alla tragedia vissuta da milioni di persone nei campi di concentramento nazisti». Ed ora i bambini di Roncanova attendono speranzosi, se non una visita, almeno una lettera di Segre.

Riccardo Mirandola

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