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Aggredì addetto dell’Atv, denunciato 19enne

Controlli a bordo di un bus dell’Atv: sulla linea 344 Legnago-Badia è stato aggredito un verificatore
Controlli a bordo di un bus dell’Atv: sulla linea 344 Legnago-Badia è stato aggredito un verificatore
Controlli a bordo di un bus dell’Atv: sulla linea 344 Legnago-Badia è stato aggredito un verificatore
Controlli a bordo di un bus dell’Atv: sulla linea 344 Legnago-Badia è stato aggredito un verificatore

Sono stati necessari 45 giorni di serrate indagini culminate nel riconoscimento fotografico da parte della vittima. Ma alla fine il cerchio sull’aggressione subita lo scorso primo ottobre da un addetto alle verifiche dell’Atv, preso a pugni da un giovane passeggero senza biglietto a bordo di un pullman della linea 344 Legnago-Castagnaro-Badia Polesine, si è chiuso. Ed il presunto responsabile di quella reazione violenza, costata all’accertatore dell’Azienda Trasporti Verona - G.M., 56 anni, residente a Minerbe - una prognosi di 21 giorni, è stato individuato. Si tratta di E.K., uno studente 19enne di origini marocchine, con precedenti di polizia, abitante a Castagnaro, che frequenta l’istituto alberghiero a Badia Polesine (Rovigo). Il ragazzo, che aveva fatto perdere le proprie tracce dopo aver spedito all’ospedale il verificatore, è stato denunciato a piede libero per lesioni personali, interruzione di servizio pubblico e resistenza ad incaricato di pubblico servizio. La sua posizione è ora al vaglio dei magistrati della Procura di Rovigo. La svolta sulla brutta vicenda, che aveva fatto ripiombare il personale dell’Atv nell’incubo già vissuto diverse volte sui bus in servizio nella Bassa, è arrivata la scorsa settimana sulla scorta della denuncia presentata dal 56enne alla stazione dei carabinieri di Minerbe. Sono scattati sopralluoghi, verifiche sulle segnalazioni diffuse sui social network, controlli incrociati tra gli iscritti alle scuole superiori ai confini tra le province di Verona e Rovigo e i pendolari che utilizzano abitualmente la linea 344 per recarsi a scuola o al lavoro. Accertamenti complicati che hanno dato però i frutti sperati. Confermando tra l’altro i sospetti emersi subito dopo l’aggressione sullo studente che quel mattino fece salire la tensione sul pullman che collega il Legnaghese al centro polesano. Quel martedì non erano ancora le otto quando il bus, carico perlopiù di studenti, è stato raggiunto alla fermata di Menà di Castagnaro da un’auto di servizio con a bordo due verificatori - così si chiamano in gergo i dipendenti incaricati di accertare il possesso dei titoli di viaggio - allertati dai colleghi che in precedenza avevano notato tra i passeggeri della tratta alcuni «portoghesi». Uno dei due è salito quindi sul pullman della linea 344 diretto a Badia. E di lì a pochi minuti un normale controllo ha scatenato il parapiglia. Mentre l’accertatore si avvicinava al posto del 19enne, il ragazzo, con una mossa fulminea, ha cercato di evitare la multa facendosi passare il biglietto di cui era sprovvisto da un’amica. Un escamotage che non è tuttavia sfuggito all’addetto che l’ha immediatamente smascherato scoprendo che viaggiava senza aver messo mano al portafogli. A quel punto, lo studente castagnarese, messo alle strette, è andato su di giri iniziando ad inveire e ad urlare contro il malcapitato dipendente dell’Atv. Attimi concitati che non si sono comunque fermati alle parole. Quando il pullman erano in procinto di fermarsi al capolinea di Badia Polesine, in viale Stazione, quello scambio sempre più acceso è trasceso infatti alle mani. Il giovane marocchino ha sferrato un pugno in faccia al 56enne per poi scendere precipitosamente dal mezzo e darsi alla fuga a piedi verso il centro. Il verificatore, dolorante e sotto choc, veniva soccorso dal collega e trasportato al Pronto soccorso di Legnago. I medici gli riscontrarono una ferita lacero-contusa allo zigomo sinistro giudicata guaribile in tre settimane. L’accertatore, una volta medicato, era stato dimesso ed era ritornato a casa per poi sporgere denuncia contro ignoti alla caserma dell’Arma di via Salerno. Ai militari si era presentato però un rebus intricato perchè l’aggressore era già diventato un fantasma di cui nessuno sembrava sapere nulla. Ma, tassello dopo tassello, il puzzle di quella terribile mattinata è stato completato. •

Stefano Nicoli

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