I pensionati veronesi sono tra i più «poveri» del Veneto, con assegni mensili di circa 915 euro lordi. Cifra inferiore alla media regionale, sui 916,45 e delle altre province, eccezion fatta per Rovigo (827) e Belluno (888). Sono i dati riportati dall’Inps riferiti al 2017 e rielaborati da Spi Cgil Veneto, che mostrano anche la diminuzione dei trattamenti erogati, passati da 263.139 del 2016 a 263.128. La tendenza è comune nelle sette province e è legata agli effetti della legge Fornero. È invece aumentato l’importo medio delle pensioni, da 892 a 915 euro, per l’adeguamento all’inflazione.
ASSEGNI DI «VECCHIAIA». La situazione sul territorio non è omogenea. Analizzando le sole pensioni di vecchiaia per singolo Comune veronense si notano grandi differenze nel valore dell’erogato. Questo aspetto testimonia le diverse caratteristiche economiche e sociali del Veronese. Il Comune più ricco è Lavagno, con pensioni medie lorde mensili di 1.317 euro, seguito da Dolcé (1.259), San Martino Buon Albergo e Verona (entrambi a 1.257 euro), Negrar (1.236). Sul fronte opposto gli ultimi centri sono Terrazzo, Castagnaro, Erbezzo, Selva di Progno e Velo con importi medi tra 884 a 791 euro lordi. «Di solito nelle località montane e nella Bassa abita la popolazione in assoluto più anziana, titolare delle pensioni meno cospicue, che tra l’altro nella propria vita lavorativa si è dedicata all’agricoltura o a occupazioni non continuative. Ciò pesa sul valore medio degli importi», analizza Giuseppe Di Girolamo, segretario Spi Cgil di Verona. Per contro, avvicinandosi ala città, i trattamenti si alzano a testimoniare il passato occupazionale dei pensionati più spesso impiegati nell’industria, nella pubblica amministrazione e nelle professioni.
IL NUMERO DI EROGAZIONI. Le località in cui si saldano mensilmente più assegni, oltre al capoluogo, 45.275 trattamenti, sono Villafranca (5.221), Legnago (4.828), San Giovanni Lupatoto (4.754), Cerea (3.189), San Bonifacio (3.082). Infine, la differenza di importi tra uomini e donne. Le pensioni erogate ai primi sono 113.072 per 1.252 euro mensili. Gli assegni liquidati alle seconde sono 150.056, ma hanno un valore medio di circa 661. Inoltre, tre pensioni su quattro (il 74%) destinate alle donne sono inferiori a 750 euro, mentre per gli uomini la percentuale è 35% (un trattamento su tre). Per capire le difficoltà in cui versano le anziane nel Veronese si possono considerare anche i trattamenti integrati al minimo: nel 2017 ne sono state erogate 46.467, il 17% del totale, per l’88% (40.968) destinato a donne. «I dati», commenta Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto, «testimoniano l’allarmante condizione di difficoltà in cui versano i pensionati costretti a fare i conti con bassi livelli di reddito, oltre che con l’arretramento dei servizi alla persona e della sanità, tanto che alcuni rinunciano addirittura alle cure. Anche la penalizzazione economica delle donne è un gap che resta e deve essere superato».
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