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Veronafiere

«A Vinitaly il made in Italy enologico»

A Roma il ministro Lollobrigida ha presentato la prima ministeriale dell'Organizzazione internazionale del vino: tappa a Verona
Vinitaly sempre più internazionale La conferenza di presentazione a Roma
Vinitaly sempre più internazionale La conferenza di presentazione a Roma
Vinitaly sempre più internazionale La conferenza di presentazione a Roma
Vinitaly sempre più internazionale La conferenza di presentazione a Roma

Il conto alla rovescia è iniziato: Veronafiere dal 14 al 17 aprile diventerà l'agorà internazionale del wine business ospitando, nei 100mila metri quadri di esposizione, oltre 4mila cantine internazionali. «C'è tutto il made in Italy enologico da tutte le regioni italiane e da oltre 30 Paesi all’edizione numero 56», ha spiegato il presidente di Veronafiere Federico Bricolo, intervenuto ieri alla conferenza di presentazione al ministero dell'Agricoltura promossa dal ministro Francesco Lollobrigida.

Sempre più business

«Vedrete qualcosa di nuovo, non solo per la presenza dei big del business enoico ma anche per la partecipazione istituzionale dall'Italia e da tanti Paesi esteri. Ed esprimo soddisfazione perché non si era mai vista finora tanta partecipazione del Masaf, che raddoppierà gli stand istituzionali. Vinitaly 2024», ha aggiunto Bricolo, «sarà sempre più orientato al business e sempre più con una impronta internazionale. Abbiamo fatto un grande lavoro per calamitare i top buyer e aspettiamo l'arrivo di 30mila operatori da 140 Paesi. Testimoniando così la valenza internazionale di Vinitaly che riesce a far arrivare da tutti i continenti i professionisti del vino proprio a Verona».

«In un contesto geopolitico complesso come quello attuale», il commento dell’amministratore delegato di Veronafiere Maurizio Danese, «con i mercati in rallentamento mentre evolvono velocemente nuove tendenze di consumo, il ruolo di Vinitaly nell’ambito della promozione diventa ancora più determinante e imprescindibile».

Tappa a Verona per l’Oiv

La conferenza al Misaf è stata per il ministro Lollobrigida l’occasione per presentare la conferenza internazionale sul vino e prima ministeriale dell'Oiv, l’Organizzazione internazionale del vino, che quest'anno celebra i 100 anni di attività, in programma per la prima volta in Italia dall'11 al 13 aprile prossimi, con una prima tappa in Franciacorta e poi, appunto, a Vinitaly a Verona. Presenti 31 nazioni da tutto il mondo.

Dalla Conferenza, ha annunciato Lollobrigida, «uscirà un documento conclusivo» con l'impegno dei Paesi (rappresentati da 14 ministri e da ambasciatori e rappresentanti di governo) rivolto alla ricerca, ai giusti comportamenti nei consumi, alla dissuasione negli abusi». I Paesi rappresentano tutti i Continenti, hanno religioni e lingue diverse «ma si ritrovano sul vino e questo è un buon segno per raccontare qualcosa che unisce e non divide, in un momento in cui esistono tante divisioni a livello mondiale».

Il Brasile in Fiera

Ci sarà anche la bandiera verdeoro del Brasile a Vinitaly. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato l'ambasciatore del Brasile in Italia, Renato Mosca, in occasione dell'evento «Assaggi di tradizione», a Roma, che ha celebrato il 150esimo anniversario dell'emigrazione italiana nel Paese sudamericano e il forte legame tra le due comunità con interscambio crescente di flussi turistici e di know how vitivinicolo e gastronomico.

«Gli italiani giunti in Brasile», ha detto l'ambasciatore, «hanno dato un forte contributo alla diversità culturale. La viticoltura, non a caso, si è sviluppata nelle regioni con forte presenza di immigrati italiani. Oggi il Brasile è il 14esimo produttore di vino al mondo e in termini di consumo si posiziona al 13esimo posto. Il Brasile sarà presente a Vinitaly con la propria agenzia di promozione per raccontare questa crescente realtà produttiva».

«In Brasile il Veneto ha lasciato il segno tra i filari», ha sottolineato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, «basti pensare che tra i big del vigneto carioca ci sono Salton, originario di Cison di Valmarino, e Adriano Miolo, oggi il più grande esportatore di vini del Brasile e originario di Piombino Dese», ha ricordato.