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DENOMINAZIONI

Il Lugana piace all’estero e si rafforza in Italia

Vigneti del Lugana
Vigneti del Lugana
Vigneti del Lugana
Vigneti del Lugana

Il «bianco del Garda» sbarca a Vinitaly con la forza di una Doc in piena salute: per il Lugana il 2022 è stato un anno di ulteriori conferme, destinato a tirare la volata ad un 2023 partito sotto i migliori presupposti con la spedizione a Dusseldorf per il ProWein. Ora il focus si sposta su Verona, dove il Consorzio si ripresenta sull’onda di numeri che ancora una volta hanno certificato lo straordinario successo di un prodotto a forte vocazione export oriented. L’estero rappresenta del resto i due terzi del business complessivo, anche se fra gli obiettivi rimane in pole position quello di rafforzare le posizioni sul mercato interno, promuovendo su tutto il suolo nazionale la conoscenza di un prodotto attualmente venduto soprattutto nel giro di 80 chilometri intorno alla zona di produzione, tra Brescia, Verona e Padova.
«Possiamo e dobbiamo fare di più», dice il presidente Fabio Zenato. «Per questo motivo nel corso dell’anno torneremo ad organizzare degustazioni, masterclass ed eventi come quelli che nei mesi scorsi hanno ottenuto uno straordinario successo in Toscana o a Roma. Abbiamo capito che nei confronti del Lugana c’è oggi un interesse, un’attenzione, una curiosità che fino a poco tempo fa mancavano. Una potenziale domanda alla quale siamo pronti a dare riposte». I numeri, del resto, sono quelli di un fenomeno che non conosce cedimenti e che ormai tutti i wine lover stanno cominciando ad intercettare. Con un vigneto arrivato ormai a 2.560 ettari vitati e 210 realtà associate tra viticoltori ed imbottigliatori, la produzione di Lugana è arrivata a 27,9 milioni di bottiglie (la tipologia “classica” domina con una percentuale del 90%): nel 2022 il comprensorio ha visto crescere dell’1% i consumi, del 7% il prezzo medio a scaffale (arrivato a 7,82 euro a bottiglia), del 10% le quotazioni dello sfuso (3,70 euro al litro), del 20% le uve, arrivate a toccare quota 1,90 euro al chilo. «Un anno davvero molto positivo», ammette il presidente Zenato. «Lugana si è confermata una delle poche denominazioni in controtendenza rispetto all’incertezza registrata sul mercato in particolare nella seconda parte dell’anno, con molti vini in calo per un totale che secondo l’Osservatorio Federvini Nomisma ha fatto registrare un calo del -3,5%».
La Germania continua a rappresentare il primo mercato, anche se ormai il Consorzio punta anche su altri obiettivi strategici come il mercato statunitense, sul quale nel 2022 è stato organizzato il tour «Destination Lugana». «Torneremo a New York dopo l’esperienza che ha visto 28 aziende protagoniste per un mese a novembre», conclude Zenato. «Ma soprattutto vogliamo lavorare per consolidare il Lugana come wine destination, valorizzandone i punti di forza: stiamo parlando di un vino prodotto con un unico vitigno come il Turbiana, coltivato su un suolo derivato dalla spinta glaciale, in un microclima legato al regime delle brezze di lago, su terreni affacciati sulle sponde del Benaco. Elementi della natura unici ed irripetibili che rendono il Lugana una vera eccellenza».•.

Claudio Andrizzi