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Inaugurazione

Il ministro Patuanelli a Vinitaly: «È l'edizione della ripresa. Decreto sul caro energia dopo Pasqua»

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Vinitaly 2022, il brindisi inaugurale (Marchiori)
Vinitaly 2022, il brindisi inaugurale (Marchiori)
Il ministro Patuanelli al Vinitaly

«È l’edizione della ripresa, segue un 2021 incredibile con 7,100mld di esportazioni: l’export agroalimentare ha fatto tutti i record, è una filiera forte, che funziona», ha detto il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, all'inaugurazione di Vinitaly a Verona. «Però non diamo per scontato ciò che abbiamo e il fatto che dobbiamo continuare ad esser secondi in volume e in valore - ha aggiunto - dobbiamo essere i primi superando la Francia e la Spagna. Possiamo farlo perché il vino davvero rappresenta il nostro Paese nel mondo».

Per Patuanelli «l’Italia ha tutte le possibilità per crescere ancora. Oggi siamo qui per accrescere in consapevolezza di ciò che abbiamo, per capire quello che serve - ha concluso - e fare quel passo e superare i nostri competitor». «Russia e Ucraina erano due mercati importanti, anche se i numeri non mostrano una eccezionalità di questi sbocchi: dopo il 2014 era ripreso in modo positivo l’export verso la Russia. Ora bisogna diversificare, fare promozione verso i Paesi terzi: abbiamo appena fatto due provvedimenti, uno da 25 milioni già firmato e uno da 15 che sarà discusso nelle prossime ore proprio per diversificare i mercati di sbocco». Lo ha detto il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli parlando della prevedibile flessione del’export verso Est a causa dell’invasione dell’Ucraina e delle sanzioni contro la Russia.

Sull’entità dell’impatto della guerra ha aggiunto: «credo che avrà un impatto ma assorbibile dal mercato. La capacità dei nostri produttori di diversificare è buona e noi li sosterremo attraverso la diplomazia economica, il ministero degli esteri, l’Ice» «È evidente che il tema dell’aumento del prezzo dell’energia, dei costi di produzione è centrale in questo momento ed è orizzontale a tutti i settori produttivi. Il governo, nei vari provvedimenti, ha già stanziato più di 20 miliardi per calmierare l’aumento dei costi energetici». Lo ha detto il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli al Vinitaly a Verona. «Avremo un nuovo decreto dopo Pasqua con le stesse finalità - ha aggiunto - si farà quello che è necessario fare per sostenere le imprese».

Per il ministro «c’è poi un problema di approvvigionamenti evidente. È chiaro che produrre vetro e carta in questo momento è costosissimo e molte aziende stanno limitando la loro produzione proprio per non essere costrette a pagare queste cifre». Dunque «deve essere fatto un ragionamento ancor più profondo - ha concluso - su come sostenere le imprese che hanno questi costi di produzione». «Capisco la perplessità degli agricoltori e peraltro ritengo che quando si parla di incrementare produzioni, l’autosufficienza produttiva deve essere a livello europeo. Vedo difficile dismettere vigneti per produrre mais perchè magari può essere conveniente oggi che il prezzo del mais è alto, anche se nelle ultime settimane si è abbassato ma non c’è alcuna garanzia che tra sei mesi quando verrà raccolto il prezzo del mais sia quello di oggi», ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, interpellato dai giornalisti a Vinitaly, in merito alle perplessità espresse da molti agricoltori a coltivare più mais, anche nei terreni incolti, a fronte della carenza dei cereali per la guerra in Ucraina. «Gli investimenti mancanti negli ultimi 20 anni hanno fatto sì che sempre più avessimo problemi di approvvigionamento idrico, - ha rilevato - per le colture questo è un problema e il mais si coltiva in pianure irrigue e il nostro paese non è pieno di pianure irrigue». Per il ministro «è evidente che questo tema va risolto a livello europeo, c’è una cornice europea che deve essere trainante rispetto alle capacità produttive - ha aggiunto - e anche più girasoli, ci sono molte produzioni che abbiamo fatto fare a paesi terzi e che invece avremmo dovuto incrementare a livello europeo, non è detto che tutte queste debbano esser fatte in Italia».

 

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