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Il bilancio

Vinitaly 2022 chiude con 88mila visitatori e segna il record storico di buyer stranieri

Danese e Mantovani intervistati da Lucio Salgaro
Danese e Mantovani intervistati da Lucio Salgaro
Danese e Mantovani intervistati da Lucio Salgaro
Danese e Mantovani intervistati da Lucio Salgaro

Vinitaly 2022 registra il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% degli 88mila operatori totali arrivati in fiera. E ciò al netto della fortissima contrazione – legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali – degli arrivi da Cina e Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi.

Un contingente che pesa complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi ma che non ha impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud - in rialzo - con quelle del Nord.

Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese: “Il ruolo delle fiere italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi. Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà. Guardiamo ora al 2023 – ha aggiunto Danese – con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni”. Intervistato da Lucio Salgaro a Casa Athesis, Danese ha poi aggiunto: "La qualità del visitatore di questa edizione è stata molto alta ed è il risultato di un percorso che ha coinvolto le ultime sei edizioni: abbiamo voluto valorizzare il livello degli operatori presente e le aziende espositrici lo hanno molto apprezzato. Anche il lavoro fatto con Ice Agenzia è piaciuto molto. Fino a pochi mesi fa non eravamo sicuri che avremmo fatto Vinitaly, ma sapevano che se lo avremmo fatto sarebbe stato così: il desiderio degli operatori di tornare in presenza era già stato evidente durante la Digital Edition". 

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Si è chiuso il Vinitaly che volevamo, e non era nulla scontato. Abbiamo dato un primo riscontro dopo una lunga attività di ascolto e condivisione con le aziende del settore, e dato vita a un piano che troverà, progressivamente, pieno regime entro il prossimo biennio. Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri obiettivi”. Sul fronte delle presenze estere, nel testa a testa tra Stati Uniti e Germania la spuntano i primi che confermano la leadership nella classifica delle nazioni presenti. Terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella quarta posizione, davanti alla Francia. Sempre sul tema dei mercati esteri, intervenendo a Casa Athesis, Mantovani ha aggiunto: "Credo che l'iniziativa che si realizzerà a maggio, un grande evento nella Cina del Sud, possa essere un grande spot per il vino italiano. Mettendo insieme le attività dì internazionali tra Cina, Sudamerica e Nordamerica, nel giro di due anni Vinitaly potrà diventare il principale supporto per il vino italiano". 

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