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PROTEZIONE DELLA GIOVANE/ CHI SIAMO

Un rifugio
per donne sole

Marta De Felice
Marta De Felice
Marta De Felice
Marta De Felice

Un pronto soccorso sociale rivolto alle donne in difficoltà. Così si caratterizza oggi l’associazione Protezione della Giovane che fa parte dell’Acisjf, l’Associazione cattolica internazionale a servizio della Giovane, che ha sede in via Pigna 7, in centro storico.

È una delle cinque associazioni veronesi che beneficiano dell'iniziativa di solidarietà di Athesis «VVB».

La presidente è Luisa Ceni e la direttrice è Marta De Felice. Dello staff fanno inoltre parte una professionista per il supporto alla gestione dei progetti di reinserimento sociale, una psicologa, una governante e una volontaria in Servizio civile. Oltre ai sette membri del Consiglio direttivo e al personale retribuito, alla Casa della protezione della Giovane operano 46 volontari a supporto delle numerose attività realizzate per le ospiti.

Oggi la capacità ricettiva è di 50 posti letto e mediamente la struttura ospita 22 bambini e 30 donne sole con problemi di varia natura: c’è chi è vittima di violenza domestica, chi fugge da famiglie problematiche, giovani orfane o adottate che non hanno ancora trovato stabilità nel loro percorso di inserimento familiare. E poi ci sono le donne rimaste senza lavoro, spesso con uno o più figli piccoli, senza alcun sostegno economico, che hanno avuto lo sfratto e non hanno più un tetto sotto cui ripararsi, donne rimaste disoccupate e impossibilitate a pagare affitti e utenze domestiche, straniere richiedenti asilo.

A questa attività si affianca anche quella dell’ostello per le ragazze, spesso studentesse con pochi mezzi che non potrebbero permettersi i costi dell’affitto di un locale, ma che possono pagare la cifra più che accessibile della Casa di via Pigna. Le rette pagate dalle turiste costituiscono una forma di autofinanziamento della Casa, in favore delle donne in difficoltà. La storia di questa realtà sociale veronese parte da lontano. Le radici affondano nei primi anni del secolo scorso, quando in Svizzera nacque un’associazione, che presto si ramificò in vari Paesi europei, per arginare il fenomeno della tratta delle bianche. Sostanzialmente si dava accoglienza a tante giovani che arrivavano nelle grandi città dalla campagna, sprovvedute, spesso analfabete, in cerca di lavoro, e che finivano nella maggior parte dei casi preda di gente senza scrupoli che le avviava alla prostituzione o le coinvolgeva in attività illegali. Nacque così un circuito di case d’accoglienza, sostenute quasi sempre da donne facoltose e filantrope a cui stava a cuore la salvaguardia delle ragazze e la loro emancipazione.

A Verona una di queste benefattrici è Margherita Pettenella che lascia il suo immobile di via Pigna a scopi di carità per le giovani in difficoltà. E dal 1980 il primo nucleo della Casa della Giovane nato nel 1940 in Regaste San Zeno con una decina di posti letto, si trasferisce in centro storico, a due passi dal Duomo, continuando quella sua attività di «salvagente sociale» che permette ancora oggi a tante donne in gravi difficoltà di trovare un luogo sicuro e protetto dove ricominciare a guardare con maggior serenità e fiducia al futuro.

 

«Lavoriamo molto con i Servizi sociali del Comune», spiega la direttrice De Felice, «con l’assessorato alle pari opportunità, con la Caritas diocesana, con Rete Donna e Rete Talenti. Inoltre collaboriamo con il Ministero di Grazia e Giustizia per l’inserimento di persone ammesse alla giustizia riparativa. L’anno scorso le persone che hanno usufruito di questa opportunità hanno svolto complessivamente 600 ore di attività per la Casa, dalle pulizie alla tinteggiatura dei locali alle attività di segreteria».

Questa attività viene svolta in collaborazione con il Centro Servizio per il Volontariato di Verona, il Tribunale di Verona e l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna. Le attività dell’associazione si possono riassumere nella gestione del Centro di Pronta Accoglienza per donne in condizione di emergenza abitativa, nel lavoro in rete con le altre associazioni locali, nella promozione e realizzazione di iniziative informative e formative per le proprie ospiti (accompagnamento al lavoro per donne disoccupate, ciclo di incontri a tema e così via), nel coinvolgimento in iniziative informative e formative per i propri volontari e dipendenti e nella promozione delle attività dell’associazione. Inoltre Protezione della Giovane si impegna nella realizzazione di progetti per promuovere piani di inclusione sociale, anche grazie al contributo di enti locali, Fondazioni e privati, nella sottoscrizione di nuove intese con enti locali e nella conferma di quelle già esistenti, nella partecipazione ai bandi promossi dal Centro Servizi per il Volontariato (Csv) di Verona, nel mantenimento delle convenzioni in corso con enti privati quali Banco Alimentare onlus, Acli e altri ancora, nel consolidamento della collaborazione con le forze dell’ordine e la prefettura per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne.

C’è anche una collaborazione con l’Azienda ospedaliera universitaria integrata per il pronto soccorso, per la segnalazione di casi di violenza domestica. Per sostenere le proprie molteplici iniziative, l’associazione Protezione della Giovane può contare su donazioni liberali e contributi, sul 5 per mille, sulla vendita delle bomboniere realizzate dai volontari e sull’offerta di beni di prima necessità. Ogni aiuto è prezioso, spiega la direttrice, «e chi contribuisce alla vita della nostra struttura sa di poterlo fare in modo trasparente e con il rendiconto che presentiamo ogni anno, il bilancio sociale».

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