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ADMOR/CHI SIAMO

In lotta contro
le leucemie

ADMOR/CHI SIAMO
Marta Bertin e Giovanni Cacciatori
Marta Bertin e Giovanni Cacciatori
Marta Bertin e Giovanni Cacciatori
Marta Bertin e Giovanni Cacciatori

Perdere un figlio, un parente, un amico a causa della leucemia è un dolore che cambia la vita, un’esperienza traumatica che lascia nel cuore un vuoto che appare subito incolmabile. E si può reagire in molti modi, dal chiudersi in se stessi a trasformare il proprio dolore in un sforzo per fare in modo che questa malattia possa essere sconfitta.

Admor è una delle cinque associazioni veronesi che beneficiano dell'iniziativa di solidarietà di Athesis «VVB».

 

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Si può donare anche tramite BONIFICO: codice IBAN IT 85X 05034 11711 000000006210 a favore della Fondazione della Comunità Veronese (specificando nella causale: Liberalità per progetto "nome Associazione")

 

È questa la forza propulsiva che nel 1993 ha dato vita all’Associazione Donatori Midollo Osseo e Ricerca «Davide Biondani» (Admor) Verona: volontari fortemente motivati ad adoperarsi nella lotta contro le malattie oncoematologiche. Dal 1995 il presidente è Giovanni Cacciatori; la moglie Marta Bertini è tesoriere.

 

 

I coniugi Cacciatori sono entrati nell’allora Admo, diventata poi Admor quando venne aggiunta come prioritaria la finalità della ricerca, quando la loro unica figlia Tatiana manifestò i sintomi della leucemia mieloide cronica che nel 2001 ha spezzato la sua vita, a soli 29 anni, come si legge nell’articolo qui a fianco. La sede da una decina d’anni è in via Villa 25, nella zona tra Ponte Crencano e Quinzano.

 

Il nucleo fisso di volontari è di una ventina di persone, di cui sette nel direttivo. Unica stipendiata è un’impiegata, Maria Rosa Welponer. Obiettivi prioritari dell’associazione sono, oltre la ricerca sulle leucemie per la quale vengono organizzate di frequente iniziative di raccolta fondi, la sensibilizzazione e l’informazione, in particolare rivolta ai giovani, sulla donazione di cellule staminali da midollo osseo, da sangue periferico e cordone ombelicale in modo da incrementare costantemente il numero degli iscritti, come potenziali donatori, al Registro Nazionale Donatori Midollo Osseo (Ibmdr) per dare maggiori possibilità ai malati di leucemia e di altre malattie del sangue di trovare un donatore compatibile. La promozione della ricerca sulle leucemie si è concretizzata nel finanziamento di borse di studio a medici ricercatori: a questo scopo vengono finanziate ben sei borse di studio all’anno per la somma di 90.000 euro destinate a giovani medici biologi ricercatori che operano al centro Trasfusionale, al centro Trapianti Midollo Osseo e nella Banca del cordone Ombelicale dell’Azienda Universitaria Integrata di Verona con gli ospedali Borgo Trento e Borgo Roma.

 

Admor, inoltre, è aderente ad Adoces Veneto, L’Associazione donatori cellule staminali, intitolata a Tatiana Cacciatori, la quale coordina le associazioni che in regione si occupano della donazione di cellule staminali. A sua volta Adoces Veneto afferisce alla Federazione Italiana Adoces che promuove la diffusione e lo sviluppo delle attività omogenee delle associazioni in ambito nazionale ed europeo. Per capire quanto impegno sia stato speso dai volontari, che lavorano in rete con altre associazioni e in particolare con i gruppi locali dei donatori di sangue e gli Alpini del Basso veronese, basta guardare i numeri: dal 1993 al 2017 sono state finanziate attività ospedaliere per un milione e 661.107 euro. Admor finora ha finanziato anche l’acquisto di attrezzature medico-scientifiche e supporti logistici da donare alla Divisione di Ematologia, al Centro Trapianto di Midollo Osseo, e al Servizio di Immunoematologia e Trasfusione dell’Azienda Ospedaliera universitaria integrata. Oltre all’aver contribuito all’acquisto di arredi del Centro Trapianto, l’associazione ha fornito il Sistema di fotodocumentazione e numerose apparecchiature scientifiche di ultima generazione.

 

Inoltre finanzia annualmente gli accreditamenti del Servizio Dipartimento di Medicina Trasfusionale Banca dei Tessuti, Banca delle Cellule Staminali e del Ctmo «Perona». Ha finanziato la consulenza per l’accreditamento del programma clinico trapianti secondo le direttive europee del Ctmo e ha contribuito a finanziare i lavori relativi alla realizzazione del nuovo day hospital del Ctmo inaugurato il 16 settembre 2014. Altri numeri parlano dell’efficacia dell’attività di sensibilizzazione effettuata attraverso innumerevoli iniziative, dai tornei sportivi alla vendita di colombe pasquali (oltre ventimila nell’ultima tornata) come spiega Marta Bertini Cacciatori: «Ogni anno portiamo 900 nuovi tipizzati nel Registro donatori nazionale. Verona è la prima provincia in Italia, rispetto al numero di abitanti, ad averne così tanti». Attualmente il Veronese può contare su ventimila potenziali donatori di cellule staminali emopoietiche. Un record se si pensa che negli anni Novanta, quando è nata l’Admor, che venne intitolata alla memoria di Davide Biondani dai genitori che vollero costituire il primo nucleo associativo, il Registro nazionale contava 700 potenziali donatori in tutto. Oggi gli iscritti in Italia sono 350mila, mentre il Registro mondiale conta 31 milioni di nominativi.

 

E grazie alla rete informatica, oggi si può effettuare una ricerca a livello planetario per sapere se, in caso di necessità, ci sia una donatore compatibile. Per favorire la tipizzazione, che si fa attraverso un semplice prelievo del sangue, l’Admor ha «reclutato» dei testimonial famosi: l’attore Francesco Testi, Silvia Battisti miss Italia 2007, il giocatore del Chievo Verona Sergio Pellissier, i Sonhora, alias Luca e Diego Fainello, cantautori veronesi già vincitori di Sanremo Giovani, e i The Wyverns (Percorsi Di-Versi), gruppo musicale emergente veronese. Sistematica l’attività, infine, nelle scuole superiori, dove i volontari di Admor, in accordo con i dirigenti, organizzano momenti formativi con gli studenti per promuovere la cultura del dono ed in particolare quella di cellule staminali emopoietiche utili a trapiantare malati di leucemia in pericolo di vita, con il supporto di un ematologo che ne cura la parte scientifica e risponde alle domande degli studenti.

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