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Una ricerca senza confini

Il baby guerriero in lotta per la vita

Una ricerca senza confini
Brian Ramarro con la mamma Manola Lanaro
Brian Ramarro con la mamma Manola Lanaro
Brian Ramarro con la mamma Manola Lanaro
Brian Ramarro con la mamma Manola Lanaro

Brian Ramarro è un bimbo di Legnago, compirà 8 anni il 28 dicembre prossimo. È affetto dalla nascita da tetraparesi spastica, una forma di paralisi cerebrale che colpisce sia gli arti inferiori che superiori. Operato dal professor Nazarov ha abbandonato progressivamente l’uso della carrozzina e lavora ogni giorno per camminare, muoversi in autonomia, parlare con maggior dimestichezza.

 

Le Ali per Brian è una delle cinque associazioni veronesi che beneficiano dell'iniziativa di solidarietà di Athesis «VVB».

 

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Si può donare anche tramite BONIFICO:

Codice IBAN: IT 85X 05034 11711 000000006210 a favore della Fondazione della Comunità Veronese (specificando nella causale: Liberalità per progetto "nome Associazione")

 

C'è anche la possibilità della donazione diretta allo sportello Publiadige nella sede de «L’Arena», Corso Porta Nuova, 67. Orari di sportello da lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Domenica dalle 15 alle 19.

 

Un piccolo grande guerriero, forte e volitivo, anche se dal carattere dolce ed affettuoso, che ogni giorno lotta per imparare a camminare, a muoversi quasi in autonomia e a parlare con sempre maggiore dimestichezza. Brian Ramarro, che il prossimo 28 dicembre compirà otto anni, è un bambino di Legnago, affetto dalla nascita da tetraparesi spastica, una forma di paralisi cerebrale che colpisce sia gli arti superiori che inferiori. Tutto è cominciato appunto durante il parto, in una notte “fredda e ricca di insidie”, come l’hanno sempre definita papà Nicolas, e mamma Manola Lanaro. Il piccolo, venuto al mondo prematuro, sarebbe rimasto senza ossigeno a causa del distacco della placenta. In quella manciata di istanti che segnarono per sempre il suo destino, Brian, colpito da ischemia cerebrale, rischiò addirittura la vita. Ma fu proprio da quel momento che, a dispetto di quanto accaduto, iniziò a lottare con tutte le sue forze.

 

La diagnosi di tetraparesi spastica fu una mazzata terribile per i suoi genitori, come per l’intera famiglia. Nei primi quattro, cinque anni di vita, dopo aver trascorso molto tempo in ospedale ed essere stato seguito da diversi specialisti, l’esistenza di Brian sembrava già tracciata. Il bambino, nonostante le continue cure, non era in grado di camminare e nemmeno di stare in piedi da solo, non poteva parlare o aprire le mani per afferrare gli oggetti o svolgere qualsiasi altra normalissima azione. Fino a che, nel 2016, prima ancora di compiere i sei anni, grazie alla determinazione di mamma Manola, per Brian iniziò a intravedersi qualche speranza.

 

«In quel periodo – ricorda la signora - ero sempre connessa ad Internet. Cercavo disperatamente qualche appiglio per dare un futuro migliore a mio figlio. Tramite un’altra mamma, riuscii ad arrivare al professor Igor Nazarov, un chirurgo pediatrico di fama mondiale, specialista in miotenofasciotomia chirurgica non invasiva. Lo incontrammo a Bergamo, nel corso di uno dei tanti convegni specialistici che tiene in tutto il mondo. Quando vide Brian ci disse che l’intervento sui fasci muscolari avrebbe portato parecchi miglioramenti. Da quel giorno - prosegue mamma Manola - tornammo a sperare.

 

Un gruppo di amici decise di aiutarci a recuperare i ventimila euro necessari, costituendosi in un un’organizzazione no profit per dare a Brian le “ali” necessarie per spiccare finalmente il volo». Le iniziative di solidarietà per curare il bambino, che nel frattempo aveva anche incontrato papa Francesco, si susseguirono ininterrottamente, tra cassettine distribuite nei negozi, cene e feste. Brian è stato operato dal professor Nazarov il 24 maggio 2016 e nel 2017 ha abbandonato progressivamente l'uso della carrozzina.

 

«Per muoversi con sicurezza – precisa la mamma – come ad esempio quando va a scuola, usa un piccolo girello, ma quando resta in casa spesso si muove da solo. Anzi, tende a rifiutare appoggi, ha una forza di volontà incredibile. Lo aiutano molto i due tutori che porta dal piede al polpaccio, che si è fatto anche personalizzare. E adesso riesce a muovere anche le mani». Brian frequenta regolarmente la terza classe delle primarie, dove è amatissimo da compagni e maestre, è goloso, in particolare di gelati, e molto appassionato di musica, smartphone e fotografia. Si sottopone settimanalmente a sedute di fisioterapia, logopedia, musicoterapia e riabilitazione in acqua ed ogni sei mesi torna a Barcellona per controlli e intensi cicli riabilitativi seguendo il «Metodo Essentis».

 

«Nell’ultima visita dello scorso settembre – precisa la signora Manola - il dottor Frédéric Guez, che lo segue, si è perfino commosso nel vedere i progressi di Brian. Ci ha confermato che è un bambino molto intelligente ed impegnato. Tanto che, se continua così, il prossimo gennaio, quando torneremo da lui, vorrebbe addirittura togliergli del tutto il girello. Al momento, ci ha consigliato di iniziare a fargli fare un po’ di bicicletta, un’idea che abbiamo condiviso. Certo - conclude la coraggiosa mamma – le cure sono parecchie e continue, ma fortunatamente abbiamo l’associazione nata per Brian che ci è sempre stata molto vicina. Senza un sostegno non ce la potremmo fare. Oltre ai cicli in Spagna, abbiamo infatti totalmente a nostro carico anche molto altro visto che sono in convenzione solo le sedute di fisioterapia».

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