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L'azione sui social

Cene, magliette e tanto amore

L'azione sui social
Biran durante le terapie
Biran durante le terapie
Biran durante le terapie
Biran durante le terapie

L’associazione «Le ali per Brian» di Legnago, nata nel gennaio 2016, è stata registrata ufficialmente quale organizzazione no-profit, il 9 febbraio dello stesso anno. A costituirla sono stati alcuni amici di Nicolas Ramarro e Manola Lanaro, genitori di Brian, affetto dalla nascita da tetraparesi spastica. L’obiettivo era quello di aiutare il piccolo a trovare un paio di ali per spiccare finalmente il volo, ovvero di sostenere la sua famiglia nel procurarsi i primi ventimila euro necessari a sottoporlo ad un’operazione di miotenofasciotomia nella clinica del professor Igor Nazarov, a Barcellona. Struttura che i genitori di Brian e la stessa associazione hanno scelto perché da oltre 20 anni pratica questa tecnica non invasiva, l’unica in grado di non lasciare cicatrici sul corpicino dei bambini operati. 

 

Le Ali per Brian è una delle cinque associazioni veronesi che beneficiano dell'iniziativa di solidarietà di Athesis «VVB».

 

- CLICCA QUI PER DONARE -

 

Si può donare anche tramite BONIFICO:

Codice IBAN: IT 85X 05034 11711 000000006210 a favore della Fondazione della Comunità Veronese (specificando nella causale: Liberalità per progetto "nome Associazione")

 

C'è anche la possibilità della donazione diretta allo sportello Publiadige nella sede de «L’Arena», Corso Porta Nuova, 67. Orari di sportello da lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Domenica dalle 15 alle 19.

 

«Le ali per Brian» è presieduta da Andrea Verdolin ed ha sede in via Bezzecca 17 in centro a Legnago. Del direttivo fanno parte altre due persone, con funzione di vicepresidente e segretaria. Il sodalizio non conta altri soci, ma la sua pagina Facebook, che ha circa 3.700 contatti, riesce spesso a registrare anche più di un centinaio di like in un colpo solo grazie ad una singola foto di Brian, ripreso mentre è impegnato nella sua fisioterapia, va a scuola, partecipa a qualche iniziativa in suo favore, o vola a Barcellona per i suoi periodici controlli. Il primo obiettivo messo a segno dall’associazione, che ha come logo un paio di grandi ali bianche spruzzate d’azzurro, è stato appunto quello di raccogliere, a partire dal febbraio 2016, la somma richiesta per l’intervento in Spagna. Nel giro di pochissimo tempo, la storia del piccolo, ma anche la sua vivacità e il modo sempre affettuoso di rapportarsi con gli altri, hanno attirato in maniera trasversale tante persone. L’associazione era partita con il posizionare in decine di negozi del Legnaghese, del Veronese, del Rodigino e perfino del Bolognese delle scatole raccogli-offerte che hanno avuto subito un impatto molto positivo sulla gente. 


Tanto che, in appena tre mesi, la macchina della solidarietà era già a pieno regime grazie a donazioni singole o di sodalizi della zona, raccolte fondi organizzate da gruppi Facebook, autori di libri che hanno devoluto il proprio ricavato a sostegno di Brian, cene di beneficenza che hanno scatenato un autentico tam tam via Facebook o su WhatsApp e la vendita di più di seimila braccialetti appositamente creati per proseguire le attività di sostegno.

 

«Le necessità non sono comunque finite con l’intervento né con le successive sedute di fisioterapia - spiega il presidente Verdolin - Brian per poter consolidare e migliorare i risultati deve infatti sottoporsi a continue cure. E non solo ai controlli e ai cicli di terapie che segue ogni sei mesi nella clinica spagnola. A giorni alterni, secondo il protocollo stabilito dai medici dell’équipe del professor Nazarov, il bambino si impegna in sedute di logopedia e fisioterapia, anche in piscina. Per questo le iniziative di solidarietà anche dopo l’intervento non si sono mai interrotte».

 

Nel settembre del 2016, «Le ali per Brian” ha riproposto altri 1.500 braccialetti che, tramite il Badia Rugby di Badia Polesine, sono andati esauriti in soli 20 giorni. A questi se ne sono poi aggiunti altri quattromila. A gennaio 2017 è stato invece lanciato un calendario, stampato in 500 copie, mentre qualche mese dopo sono state create magliette e cappellini con l’immagine di Brian distribuite in occasione di una particolare esposizione di auto americane, promossa dalla Trans Lusia, un consorzio di autotrasportatori di Rovigo.


«Al momento – prosegue Verdolin - oltre a manifestazioni organizzate una paio di volte all’anno da una ludoteca di San Bonifacio, ci stiamo concentrando soprattutto su cene sociali. Ma non mancano i privati che ci contattano per feste di bambini, come è avvenuto di recente con una mamma che per il compleanno del figlio al posto dei regali ha chiesto un contributo per Brian. Nonostante la grande generosità dimostrata - conclude il presidente - l’impegno è consistente. Andiamo comunque avanti con tutte le nostre forze perché l’obiettivo rimane sempre quello di offrire al piccolo un futuro migliore. Sarà una strada lunga e magari anche in salita visto che se adesso occorre garantirgli il proseguimento di cure adeguate, negli anni a venire, quando Brian entrerà nell’età dello sviluppo, molto probabilmente dovrà sottoporsi ad un nuovo intervento per sbloccare i fasci muscolari. Ma una cosa è certa. Noi il nostro Brian non lo abbandoneremo».

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