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IL PARROCO. Don Ulisse evidenzia il valore dell’accoglienza e il ruolo della Casa della gioventù

«Un ambiente familiare
che dà fiducia ai genitori»

Una delle vincitrici alla pesca di beneficenza
Una delle vincitrici alla pesca di beneficenza
Una delle vincitrici alla pesca di beneficenza
Una delle vincitrici alla pesca di beneficenza

Don Ulisse Mantovani, originario di Roncolevà, è stato ordinato nel 1985. Inviato a Isola della Scala, è rimasto per cinque anni come curato; poi quattro anni a Domegliara. Quindi per undici anni è stato parroco a Terrazzo. A Sanguinetto guida la parrocchia da tredici anni. Don Ulisse nutre nei confronti del paese e della parrocchia un sentimento di particolare affetto, come di un padre nei confronti della sua famiglia e definisce Sanguinetto «un paese tranquillo e buono» per l’impegno e la partecipazione alle attività proposte. Dal punto di vista economico è passato da un’economia agricola al terziario e ciò porta molti abitanti a svolgere attività anche fuori dal paese. Nel Comune sono residenti circa 200 persone provenienti da altre nazionalità. «C’è anche una comunità di immigrati, richiedenti asilo che, inizialmente, ha creato alcune paure tra la popolazione. Attualmente la situazione sembra tranquilla. Alcuni di loro, dal momento che provengono da paesi cattolici, frequentano la messa. Tuttavia l’integrazione è un cammino difficile e parte del paese sta a guardare. Cerchiamo di lavorare per arrivare a conoscersi. Abbiamo fatto un incontro con il Noi e l’assistente sociale che segue questo gruppo di 50 persone per vedere se è possibile realizzare iniziative insieme alla Pro loco e anche al volontariato». Se a don Ulisse si chiede un’impressione della religiosità della sua comunità risponde che è un po’ tradizionale; però ribadisce, con una certa soddisfazione, che dei circa 3.800 abitanti della parrocchia, coloro che frequentano i sacramenti e l’Eucarestia si aggirano intorno al 20 per cento. Che è una percentuale alta rispetto alla media di tante altre parrocchie. Per quanto concerne la catechesi e l’annuncio del Vangelo, don Ulisse spiega che dalla scuola primaria fino al terzo anno della scuola secondaria di primo grado, le attività sono regolari e sono frequentate sia dai ragazzi che dalle famiglie, raccogliendo circa 150 ragazzi. «Finché c’è disponibilità di catechiste andiamo avanti così. Risentiamo anche noi, però, del problema del “secolarismo”», continua, «per cui, nell’anno successivo alla cresima, nel gruppo degli adolescenti si notano delle defezioni. Non certo causate da avversità o contrarietà alla chiesa. Sono bravi ragazzi che intendono fare altre esperienze anche perché oggi sono attratti da tante cose e sono loro offerte moltissime possibilità. «Il gruppo adolescenti sta vivendo alterne vicende, tuttavia si sta tentando di coinvolgere animatori per gestire questa attività anche a livello di vicariato e nella prospettiva della costruenda Unità pastorale. Tuttavia il gruppo dei nostri adolescenti si incontra tutti i venerdì sera al Circolo Noi». Quali sono le attività estive portate avanti dalla parrocchia? «Finita la scuola c’è l’attività del Grest per i bambini della scuola primaria e quelli della secondaria di primo grado che abbiamo fatto anche quest’anno. Hanno partecipato una cinquantina di ragazzi. Bisogna tener presente che in paese esistono già altre offerte da parte di altre organizzazioni che vanno in contro alle esigenze delle famiglie, alle quali prendono parte parecchi ragazzi. Con Concamarise, Bionde, Engazzà e Salizzole, all’interno dell’Unità Pastorale, il creativo don Massimiliano, responsabile dell’Unità, ha organizzato dei campi estivi ai quali hanno partecipato i bambini e i preadolescenti. Per gli adolescenti, invece, pur proponendo specifiche esperienze, hanno preferito trasferirsi nelle altre parrocchie, dove avevano amici». La presenza del Circolo Noi cosa significa per la parrocchia di Sanguinetto? «Da quando è sorto», sottolinea il parroco, «il Centro è sempre stato una realtà importante e ha dato opportunità di incontro e di aggregazione. È un punto di riferimento per le famiglie. È importante perché si cerca di creare un ambiente famigliare del quale i genitori possano fidarsi. Occorrerebbe maggiore collaborazione da parte delle famiglie per portare sempre nuova creatività ed entusiasmo cosi da rendere affascinante ciò che da sempre è fondamentale il saper condividere, via della formazione». • G.B.M.

G.B.M.

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