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LA SVOLTA. La storia del Circolo è cambiata nel 2008 con il Progetto Educativo Ragazzi: «Siamo parte della parrocchia e ci muoviamo sulla base dei valori della fede»

Tomba Extra,
uno spirito
da protagonisti

Un gruppo di ragazzi durante una delle tante attività del Grest estivo
Un gruppo di ragazzi durante una delle tante attività del Grest estivo
Un gruppo di ragazzi durante una delle tante attività del Grest estivo
Un gruppo di ragazzi durante una delle tante attività del Grest estivo

Il Circolo Noi Tomba Extra, nel cuore di Borgo Roma, ha una lunga storia, come molti altri Circoli veronesi. Infatti, dall’iscrizione all’Anspi negli anni ’70-’80 è passato, nel 2002, all’Associazione Noi. Nuova vita, nuova impostazione di lavoro. Ma la svolta che ha inciso profondamente sulla vita del Circolo è avvenuta nel 2008 quando, dopo un’approfondita analisi dello Statuto e delle sue finalità, un gruppo di genitori e collaboratori appassionati della funzione del Circolo ha elaborato un «Progetto Educativo Ragazzi» (X Noi). Ed è cominciata un’altra storia. Il presidente del Circolo Noi è il sessantenne Gianni Gatti, che si tiene subito a precisare: «Ci interessa relativamente fare l’elenco delle attività che programmiamo; desideriamo, invece, far conoscere qual è lo spirito che anima il nostro Circolo. Abbiamo un nostro stile, che si è costruito nel tempo e che ci ha permesso di essere conosciuti all’interno della comunità, con la quale siamo un tutt’uno. Innanzitutto noi siamo una parte integrante e attiva della parrocchia», sottolinea Gatti. «La nostra prima caratteristica, perciò, è muoverci secondo i valori della fede e lo spirito del Vangelo. Ed è per questo che ci sentiamo parte attiva della parrocchia. Un altro aspetto non secondario: coloro che vengono da noi vengono per passione e non per perdere qualche ora o perché non sanno cosa fare. Per creare un Circolo riconosciuto e attrattivo all’interno di un quartiere o di una comunità servono dei volontari quasi professionisti, volontari che si preparano, che si formano, che sanno quello che devono fare, che sanno riconoscere quali sono i bisogni e le richieste della comunità e riescono a trasformare queste conoscenze in attività». Sottolinea il presidente: «Per noi è stato fondamentale non stancarci mai di formarci: la formazione è stata uno dei punti fondamentali della nostra associazione. Il segreto è stato quello di sentirci sempre impreparati nel senso che le cose non si possono più fare a caso: dietro ci deve essere sempre un progetto. Devi stabilire dove vuoi arrivare e cosa devi fare per arrivarci». Un’altra cosa importantissima, precisa Gatti, è stata la capacità di mettersi in rete con tutte le altre realtà del quartiere: «Qui da noi, in periferia, i problemi sono moltissimi e si ingrandiscono e se non riesci a metterti in rete con le altre realtà che lavorano nel sociale puoi fare poco e resti isolato. Questo ci ha permesso di fare il salto di qualità: la capacità di farci conoscere e farci riconoscere all’interno del quartiere. «Infatti noi collaboriamo con le Acli, collaboriamo con l’associazione Alzheimer, collaboriamo con la Ronda della carità, con l'Asl», ricorda il presidente del Noi. «Abbiamo ottime relazioni con il Comune, con la Circoscrizione e con tutti gli Enti pubblici. Il nostro riconoscimento nasce dal fatto che lavoriamo molto e rendiamo partecipi anche loro in quello che facciamo. Questo è il nostro stile di portare avanti il Circolo». Aggiunge Gatti: «Naturalmente cerchiamo di lasciare il maggior spazio possibile ai giovani. Quando abbiamo iniziato il progetto, che si chiama X Noi (Progetto Educativo Ragazzi), questo era il nostro intento: partire dai ragazzini per arrivare un giorno a coinvolgerli nella gestione del Circolo. Questo traguardo l’abbiamo raggiunto ed ora le attività estive sono coordinate da giovani, membri del direttivo, e il “Posto” è pure gestito da loro, con il nostro supporto». Nel tempo i volontari del Noi sono riusciti a sistemare i vari locali, il «X Noi», il cortile, il bar con il salone e la grande sala musica: «Abbiamo avuto un occhio di riguardo in queste operazioni, però prima vengono sempre il progetto e le persone, per non correre il rischio di avere bellissimi ambienti che non servono a niente. Poi ci sono le tante attività. Ma noi preferiamo che si conosca lo stile del nostro Circolo più che le attività». E con questo stile quanti iscritti siete riusciti a conquistare? «Sono circa 800, dei quali la metà è costituita da adulti. Gli altri sono ragazzi, adolescenti e giovani», conclude Gatti. •

Gian Battista Muzzi

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