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IL PARROCO. Don Giorgio Comerlati evidenzia la radicata tradizione cristiana e il ruolo dei laici

Grest e campi scuola
si fanno in tre a Marano

Don Giorgio Comerlati incontra Papa Francesco
Don Giorgio Comerlati incontra Papa Francesco
Don Giorgio Comerlati incontra Papa Francesco
Don Giorgio Comerlati incontra Papa Francesco

Don Giorgio Comerlati è originario di Verona, dove è nato nel 1955. Si è diplomato perito aziendale e ha lavorato per anni. Poi, a 38 anni, il 29 maggio 1993, è stato ordinato prete dall’allora vescovo di Verona, Attilio Nicora. Per sei anni è stato vicario parrocchiale alla Basilica di San Zeno Maggiore, in città. Dal 1999 al 2009 parroco di Cellore; quindi a Cherubine. Da 2017 guida le comunità di Marano, Valgatara e San Rocco. Don Giorgio, oggi parliamo di San Rocco, parrocchia autonoma ma frazione del Comune di Marano, posta in una posizione panoramica stupenda. Ci può illustrare, dal punto di vista economico e civile, quali siano le sue caratteristiche? «La frazione o località di San Rocco si trova ad un’altitudine di 511 metri di quota e ospita una comunità di 250 abitanti. «San Rocco di Valpolicella basa la propria attività sull'agricoltura (uva e vino, ciliegie e olivo). È zona di produzione del vino Valpolicella, dell’Amarone della Valolicella e del Recioto della Valpolicella. Sono anche presenti alcune attività artigianali e un salumificio. Vi sono a San Rocco complessivamente 95 famiglie residenti, per un numero complessivo di 250 componenti. I residenti di età pari a 15 o più anni sono 109; di questi, 104 risultano occupati e 5 adesso sono disoccupati». L’abitato è molto antico, forse esisteva già all’epoca del tempio romano di Minerva: «Fino a un secolo fa era chiamato Santa Manerba. I tre nuclei principali (Convento, a fianco della chiesa; Are, ad est della piazza, la quale è frutto di un ampliamento recente; Toari, verso il Monte Castelon) sono d’impianto medievale con corti rustiche con ingressi ad arco, passaggi coperti e tracce di loggette. Nei muri, specie a Toari, si notano molte pietre ben squadrate che dovevano far parte delle murature del tempio o del castello di Federico della Scala. Fino a qualche decennio fa in una casa era murato un alare in pietra, di quelli in uso nelle casette retiche dell’età del Ferro. A nord della piazza prospetta la malga che il paese ha restaurato e utilizza come luogo di ritrovo e di eventi culturali (Filosofia in malga a fine maggio)». Dal suo punto di vista pastorale come giudica la comunità di San Rocco? «La chiesa di San Rocco è stata totalmente rifatta e ampliata nel 1950, quando fu istituita la parrocchia. La religiosità della comunità di San Rocco è quella tipica dei paesini di mezza montagna della Valpolicella, legata alle tradizioni popolari, con una frequenza alla messa domenicale del 30-35 per cento, superiore alla media nazionale. Mentre per i sacramenti dell’iniziazione cristiana c’è ancora la totalità delle richieste da parte dei parrocchiani che chiedono di ricevere tutti i sacramenti della tradizione cristiana. L’animazione della messa è curata da alcune persone che guidano i canti e si prestano per le letture». Come avete organizzato la catechesi per i bambini, i ragazzi e gli adolescenti? «Dato l’esiguo numero di bambini e di catechiste, la catechesi per i bambini delle classi elementari, medie e adolescenti di San Rocco si svolge a Marano. La scadenza è settimanale e gli ambienti sono quelli della canonica di Marano». Quali iniziative aggregative organizzate durante l’estate? «Per quanto riguarda lo svolgimento delle attività e iniziative, c’è il Grest unificato a Valgatara e ci sono i vari campi scuola per le diverse fasce di età, per tutte e tre le parrocchie del comune di Marano». Ci può spiegare la funzione che svolge il Circolo Noi nell’ambito della comunità di San Rocco e un giudizio complessivo della sua attività... «La funzione a San Rocco è quella di affiancare il parroco in un’attività che è più di competenza del mondo dei laici», sottolinea don Comerlati. «L’associazione Noi si ispira ad una visione cristiana della vita e, a buon diritto, può collaborare alla vita della comunità, a livello formativo, educativo, ricreativo, culturale e sportivo. Il Noi di San Rocco accoglie e aggrega tutti i suoi soci, cercando nuovi collaboratori per svolgere sempre meglio la sua attività». • G.B.M.

G.B.M.

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